Cento. Doriana Lamborghini, una delle prime direttrici di banca del Paese e la prima del Credito Cooperativo italiano, è venuta a mancare mercoledì scorso (15 maggio). A comunicarlo è la Federazione Bcc dell’Emilia-Romagna che, con profondo dispiacere, si unisce al cordoglio della famiglia.
La sua è una storia cominciata quasi per caso. Agli inizi degli anni ’50 a Cento nasce un primo embrione di Cassa Rurale: un piccolo ufficio, una porta chiusa con il filo di ferro e i soldi in una scatola di latta per i biscotti per fare credito ai contadini e sottrarli alla piaga degli usurai. Doriana, giovane maestra, mossa dalla curiosità in breve si ritrova a lavorare come volontaria al fianco di un giovane impiegato. Ma il destino ci mette lo zampino: un giorno il collega si assenta e le affida le chiavi dell’ufficio senza rivelarle l’intenzione di non tornare e di intraprendere la carriera ecclesiastica. Doriana si ritrova così, di fatto, alla guida di un punto di credito che, con caparbietà e lottando contro Banca d’Italia che ne voleva la chiusura, riuscirà a trasformare in una Cassa Rurale e Artigiana dove sarà prima dipendente poi, a soli 30 anni, Direttrice Generale. Dall’inaugurazione della nuova sede nel 1961 (al settimo mese di gravidanza del primo figlio) fino all’ultimo giorno di lavoro, quella di Doriana Lamborghini è una storia costellata di successi: nella sua carriera ha assorbito altre Casse Rurali e aperto nuove filiali, è stata una fondatrice del sindacato nazionale dirigenti e della Cassa mutua delle banche cooperative ed è stata insignita, negli anni ’90, dei titoli di Cavaliere del Lavoro, Commendatore, Stella al merito e Maestro del Lavoro. Tante “medaglie”, ma quella di cui si diceva più orgogliosa, insieme alla famiglia costruita insieme al marito geom. Antonio Proni, era lo sviluppo della piccola “banca del filo di ferro”. Che è parte di quel grande mondo del Credito Cooperativo che oggi piange la scomparsa di Doriana Lamborghini.