Trasferita la detenuta trans che denunciò uno stupro di gruppo in carcere
La detenuta trans che ha denunciato di essere stata vittima di uno stupro di gruppo avvenuto in carcere a Ferrara è stata trasferita in un altro istituto penitenziario
La detenuta trans che ha denunciato di essere stata vittima di uno stupro di gruppo avvenuto in carcere a Ferrara è stata trasferita in un altro istituto penitenziario
Sulla A13 Bologna Padova, tra Altedo e Ferrara Sud verso Padova, è stata disposta la chiusura del tratto per un incidente al km 29, in cui è rimasto coinvolto un camion che si è ribaltato disperdendo parte del suo carico costituito da mangime
Sospettato di nascondere in casa un'arma, in realtà il suo alloggio era un nascondiglio di droga. È quanto emerso dalla perquisizione di un'abitazione di Ferrara, finita sotto la lente di ingrandimento della Procura del Tribunale per i Minorenni di Bologna
Nel contrasto al “sommerso da lavoro” gli interventi hanno consentito di individuare 6 persone impiegate senza la preventiva comunicazione di inizio della prestazione lavorativa a cura dei rispettivi datori di lavoro
La Procura ha avanzato una richiesta di rinvio a giudizio per diciassette persone dopo la conclusione delle indagini da parte della Guardia di Finanza. Tra loro anche un imprenditore ferrarese
Dopo l’opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dai familiari degli ospiti morti e contagiati nelle Cra Paradiso e Caterina durante la seconda ondata di Covid, gli avvocati Eugenio Gallerani e Marco Linguerri, legali difensori dei sei indagati delle due residenze per anziani, rispondono a quanto presentato dai colleghi Gian Luigi Pieraccini e Piero Giubelli, che assistono le persone offese e chiedono che la vicenda prosegua per accertare eventuali responsabilità penali e non venga chiusa.
“La lettura degli atti di opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero relativamente a Residenza Paradiso e a Residenza Caterina porta ad un’immediata constatazione: gli atti di opposizione formulati dai legali delle persone offese non si confrontano quasi per nulla con le solide, ben motivate e approfondite considerazioni svolte dal pubblico ministero relativamente all’insorgere e al diffondersi del focolaio e finiscono in larga misura per replicare il contenuto degli esposti presentati tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 da alcuni dei parenti degli ospiti delle due strutture, senza considerare minimamente l’ampia e articolata attività di indagine svolta dalla Procura della Repubblica” esordiscono.
Gallerani e Linguerri proseguono nella loro lettura dei fatti: “Fuorviante poi risulta il riferimento ad una pretesa contraddittorietà nella richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero, laddove ci si riferisce alla prima parte della richiesta di archiviazione. In realtà, in quella narrazione il pubblico ministero si limitava a trascrivere le richieste a suo tempo avanzate al Giudice per le Indagini Preliminari di svolgere attività intercettiva, richieste tutte rigettate, ancora nel lontano 2021, per ben due volte da due diversi giudici proprio per mancanza di gravi indizi di reato”.
“Pertanto, non vi è alcuna contraddittorietà nell’atto del pubblico ministero, che viceversa si confronta ed esamina l’intera documentazione, davvero vasta, agli atti del fascicolo che testimonia dell’operato corretto e tempestivo posto in essere dalle due strutture durante i focolai che le hanno colpite, con esiti non dissimili da quelli di tanti altri focolai nella Provincia, nella Regione e in tutta Italia in quel periodo di cosi grave emergenza che tutti ricordiamo e che era contrassegnato da tanti morti nelle più diverse strutture, anche sanitarie, a partire dagli ospedali” spiegano.
“Si è altresì documentalmente provato come le diverse iniziative assunte dalle Residenze fossero sempre comunicate e condivise con l’Autorità Sanitaria, circostanza di fondamentale rilievo, adeguatamente valorizzata dal pubblico ministero nella richiesta di archiviazione” sottolineano gli avvocati.
I due legali difensori dei sei indagati concludono: “In entrambi gli atti di opposizione viceversa non si tiene conto della imponente documentazione acquisita dalla Procura della Repubblica di Ferrara e dell’attività corposa di indagine, di oltre tre anni, che ha portato all’esito la Procura della Repubblica a formulare motivata e condivisibile richiesta di archiviazione, non essendo emerso alcun elemento probatorio conducente a supportare le ipotesi di reato inizialmente formulate“.
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