Attualità
21 Marzo 2024
Dopo l'episodio raccontato l'Ausl fa sapere di aver già iniziato le verifiche interne e che contatterà la ragazza per chiarire alcuni aspetti

Una carrozzina non idonea. Martina denuncia la mancanza di “relazioni e attenzioni”

(Foto di Archivio)
di Redazione | 2 min

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“Mi chiamo Martina Fumolo, ho vent’anni e appartengo a uno strano mondo, quello della disabilità, dove già il nostro cammino è impervio e tortuoso e dove da sempre siamo intrappolati dalla ‘indifferenza istituzionale’ (tutta ed in genere), sull’utilizzo delle risorse disponibili”. Inizia con queste parole la sua denuncia Martina Fumolo verso un’indifferenze che “è per me, un rifiuto alla vita di noi, meno fortunati”.

Un’indifferenza che spesso si riscontra in dei ‘no’ dopo “un percorso di vita complicato, dove ogni giorno dobbiamo affrontare ostacoli, combattere battaglie assurde e dove spesso siamo lasciati soli a disbrigarci nella giungla della burocrazia”. Dei ‘no’ non “capiti e giustificati” che fanno sentire “calpestato un nostro diritto”. “Non può e non deve essere sempre una lotta continua – continua Fumolo -, perché chiediamo solo ciò che ci serve per vivere, ma vivere con dignità”.

Nel caso di Martina, ciò che la spinge a denunciare uno di questi ‘no’ è un episodio in particolare, la proposta di una carrozzina a lei non idonea. Una mancanza di attenzione ma non una semplice disattenzione stando a quanto racconta “perché nessuno, si è preoccupato di vedermi, come sono e nessuno ha tenuto in considerazione che la richiesta era di una carrozzina pasturale adatta alle mie difficoltà”. La ragazza si è quindi recata al magazzino dell’Ausl per visionarla e constare che la scelta fatta non era adatta alle sue esigenze.

“Mi avete – aggiunge – con le vostre estenuanti risposte, tolto delle risorse fisiche, psicologiche, umane” nonostante siano questi uffici che “dovrebbero trasmetterci condivisione e dunque serenità. Ma la mia famiglia mi ha sempre insegnato a non arrendermi e porto avanti le mie battaglie, se sono per una giusta causa: e io lo sono”.

Martina, che invia una lettera firmata da lei e dalla nonna Anna Maria Cavallini ringrazia Fausto per l’aiuto e ricorda a “tutti che la disabilità è una questione di relazioni, di opportunità, di sguardi, di attenzioni, ognuno di noi può agire e contribuire ad arricchire la società cui vive, offrendo così ai meno fortunati di loro, il loro personale progetto di vita. Basta poco”.

L’Ausl fa sapere di aver già iniziato le verifiche interne “per capire puntualmente il percorso seguito e quali eventuali criticità si siano verificate durante l’iter, sia rispetto al presidio richiesto e alle relative caratteristiche, sia rispetto agli aspetti relazionali”. Fa anche presente, “in senso generale, che qualora al momento della consegna i presidi si rivelino non idonei, questi vengono sostituiti”. Sarà invece “cura dell’Azienda contattare inoltre direttamente la signora per chiarire gli aspetti, di propria competenza, esposti nella lettera”.

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