Attualità
12 Gennaio 2024
L'attore, regista teatrale, doppiatore, cantante e scrittore morì l'11 gennaio 2014 a Roma. Ora la sua città natia gli dedicherà la sala grande del Ridotto del Teatro Comunale

Dieci anni senza Arnoldo Foà. L’omaggio della sua Ferrara

di Redazione | 3 min

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Era l’11 gennaio del 2014 quando a Roma venne a mancare Arnoldo Foà, attore, regista teatrale, doppiatore, cantante e scrittore. Era nato a Ferrara, il 24 gennaio del 1916. Proprio la sua città natia lo omaggia, nel decennale della scomparsa, intitolandogli la sala grande del Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara, il prossimo 15 febbraio. Saranno presenti la moglie e le figlie di Arnoldo Foà. Seguirà la visione, aperta gratuitamente alla città, del film-documentario “Io sono il teatro”, viaggio nella memoria del vissuto artistico e umano dell’attore, autore, regista, commediografo, scultore, pittore e poeta.

“Con questa azione, a dieci anni dalla scomparsa, la città di Ferrara intende dare risalto dal punto di vista civico e ricordare un grande del Novecento che, con la sua figura e il suo lavoro, ha dato un contributo importante al mondo della cultura e dello spettacolo, nelle più varie discipline”, dice il sindaco Alan Fabbri.

“La sua carriera artistica fu ricca di successi, riconoscimenti e contributi significativi alla cultura italiana. Stiamo lavorando con la famiglia per realizzare a Ferrara una serie di iniziative per commemorare e ricordare la figura di Arnoldo Foà, cui ora sarà intitolata anche una delle sale più importanti del Teatro Comunale”, aggiunge l’assessore Marco Gulinelli.

Arnoldo Foà è stato un rinomato attore italiano con una carriera eccezionale nel teatro, cinema e televisione. Di origini ebraiche ferraresi, fu costretto a interrompere gli studi cinematografici a Roma nel 1938 a causa delle leggi razziali fasciste. Durante la Seconda Guerra Mondiale, si rifugiò a Napoli, diventando capo-annunciatore per Radio PWB, la stazione radio degli Alleati. Spettò a lui la lettura dell’annuncio dell’armistizio l’8 settembre 1943. Dopo la guerra, tornò al teatro lavorando con registi come Luchino Visconti, Luca Visconti, Luigi Squarzina e Giorgio Strehler. Da regista mise in scena spettacoli di prosa e opere liriche. Debuttò come autore teatrale nel 1957 con “Signori buonasera” e continuò a scrivere opere di successo.

La sua filmografia conta oltre cento pellicole. Collaborò con registi di fama come Orson Welles, Ettore Scola e Jacques Deray. Foà divenne una figura di spicco nella televisione italiana con ruoli in sceneggiati di successo. Contribuì anche alla nascita della Radio Rai, partecipando a trasmissioni e diventando uno dei principali doppiatori dell’epoca. Dagli anni cinquanta diventa uno dei più importanti doppiatori, prestando la sua inconfondibile voce anche per numerosi documentari, tra cui Il Continente di ghiaccio di Luigi Turolla. Foà è stato tra i protagonisti di alcuni dei più celebri sceneggiati televisivi della Rai, diventando uno dei primi divi della tv: dalle Inchieste del commissario Maigret a Capitan Fracassa, dal Giornalino di Gian Burrasca alla parodia dei Promessi Sposi del Quartetto Cetra, dove interpretò L’innominato. Tra le sue ultime interpretazioni teatrali, c’è il monologo di Novecento di Alessandro Baricco, per la regia di Gabriele Vacis (2003/2005).

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