Faccio il sovversivo 2.0
2 Novembre 2023

Ciclicamente torniamo a parlare di Berco

di Faccio | 3 min

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L’ennesima vertenza, l’ennesima lotta, sempre contro il profitto e contro il capitale

Che la classe operaia abbia una crisi esistenziale non lo dico io, è un dato di fatto. Basti pensare che per la vertenza del 2013, quando ancora i social non invadevano le nostre menti come adesso, una sera mi alzai da tavola per andare in una sede di partito a pochi passi da casa, presi la parola e dissi  che la nostra BERCO stava per affondare e che, secondo me, il pericolo di scontri sociali tra di noi era molto vicino

Avete mai provato?

Avete mai provato ad uscire di casa alle 22,00 e fare ritorno alle 6,00 della mattina dopo e non per fare serata, ma per andare al lavoro? Avete mai provato a partire di casa quando sta per cominciare un evento serale che vi interessa? Avete mai provato ad andare...

Noi siamo la Berco

Sono giorni molto intensi quelli che stiamo affrontando in fabbrica, il clima non è per niente buono e non si lavora affatto bene, anche se la speranza che tutto si sistemi è sempre tra di noi: stiamo uniti, non dobbiamo fare l’errore di dividerci, tutti insieme per un unico scopo, cioè salvare l’occupazione e riportare Berco dove era un tempo

Provo a parlarne in modo propositivo, a mio avviso i contratti di solidarietà sono una grande conquista per tutto il popolo Berco, in questo momento non si poteva fare di più.

Personalmente vorrei ringraziare il segretario provinciale della FIOM-CGIL Giovanni Verla che lascerà il posto ad una “vecchia” conoscenza Berco, Stefano Bondi a cui auguro di riportare la FIOM-Berco nel posto dove deve stare.
Ho conosciuto Giovanni nel 2009, era uno studente universitario, ci incontrammo al circolo di Rifo a Copparo, quella sera fu per me un colpo di fulmine, andai per esporre le dinamiche della prima grande vera crisi Berco, abituati (purtroppo) a una sorta di fabbrica assistenziale, con lui altri 2 ragazzi giovani, Calderoni Stefano ed Elisa Corridoni, non mi ero mai interessato di politica attiva, con loro capii che si poteva fare.
Saluto e ringrazio pubblicamente tutti e tre, qualunque ruolo abbiano in questo momento nella società, persone con ideali del genere sono rare.
Difficilmente si riesce a capire le dinamiche durante le vertenze e gli incontri tra parte sociale e azienda, io potrei mettere una mano sul fuoco quando a parlare e a rappresentarmi c’è Giovanni Verla, studioso e conoscitore di tutto quello che riguarda i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
Grazie per sempre Giova!!!
Saluto anche, e perché no? l’ex amministratore delegato Piero Bruno, che ha lasciato il posto in questi giorni, anche se dopo la presentazione del “nuovo” marchio è stato criticato da tanti.
Salutava sempre tutti in modo fin troppo sorridente, ma salutava, lo dico per i dirigenti che prenderanno il suo posto: salutare non costa nulla, siate più abili e scaltri, basta un semplice saluto per far felici gli operai…
Il lavoro svolto in confronto ad altri suoi predecessori è stato più che positivo, lui è i suoi hanno risanato Berco portandola in attivo.
Ora vedremo se questo pazzo mercato sarà di nuovo clemente per far ripartire la “nostra”Berco.
Poi però penso all’occupazione territoriale, mi vengono alla mente gli anni in cui entravano in fabbrica tanti giovani, dove sono finiti quei tempi?
Non si era detto che amministrazione Comunale e management avrebbero dovuto incontrarsi sistematicamente?
Ma questo accade?
Non si sa niente, mi ricordo anche la vecchia amministrazione dire che non si poteva prescindere solamente da Berco.
A mio avviso dovrebbe essere la politica e i politici locali ad escogitare soluzioni, sono retribuiti e hanno il tempo per farlo, forza un po’ di ingegno, anche se la maggior parte della giunta non è di Copparo, non vuol dire che non si debbano accollare il problema…
Quest’anno saranno trent’anni anche per me, diciamo che ne ho viste e sentite abbastanza, “LA BERCO SIAMO NOI” su tutte, accompagnato dalla sempre mitica Radio Berco che rimane accesa e spara boiate
24h su 24h, ma questa è un altra storia, ve la racconterò.
Grazie per aver letto questo articolo...
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