Mosaici, sarcofagi in terracotta, piccoli monumenti funerari e anche i resti di una testa di cavallo. Sono alcune delle cose trovate al termine della terza campagna di scavo presso il sito di via Appia Antica n. 39. Una campagna portata avanti dall’Università di Ferrara sotto la direzione scientifica della prof.essa Rachele Dubbini coadiuvata da studenti da tutta Europa oltre cha da colleghi di Unife.
Il cantiere ha interessato un’area posta a poche centinaia di metri fuori le Mura Aureliane, mai indagata finora da uno scavo archeologico con finalità di ricerca, nonostante la sua forte valenza storica e culturale. Lo spazio in cui l’Appia Antica supera la valle dell’Almone rappresentava il confine della città di Roma e questo suo carattere critico e di passaggio si riflette nella carica che quest’area acquisisce in ambito religioso, dalla ninfa Egeria, al santuario di Marte Gradivo, all’incontro di San Pietro con il Cristo.
“La terza campagna di scavo – dice Rachele Dubbini – ci ha permesso di raggiungere due importanti obiettivi del progetto archeologico: da una parte la conoscenza totale di un paio di monumenti funerari, che abbiamo svuotato completamente dalla terra di riempimento raggiungendone i pavimenti, dall’altra la strutturazione di una vera comunità d’eredità”.
La prima attività, oltre agli importanti rinvenimenti che lo scavo ha messo in luce, ha permesso di conoscere la profondità cui si trovano i piani di calpestio di queste strutture. Questo dato per noi è fondamentale per pianificare le attività di ricerca delle prossime campagne di scavo, infatti ci ha informato da un lato sulla profondità massima che potremo raggiungere proseguendo lo scavo, dall’altro delle fasi di vita principali del lotto funerario, dall’età antica a quella alto medievale.
Il secondo obiettivo raggiunto è la costruzione di una comunità di eredità culturale, in linea con i principi della “Convenzione Quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’Eredità Culturale per la Società”, attorno al sito archeologico, sia in cantiere che online. “Un cambio di prospettiva fondamentale, che diversi progetti archeologici stanno iniziando ad adottare in Italia – ammette la prof. Dubbini – “ma che a via Appia Antica 39 è parte integrante del progetto di ricerca, al fine di individuare nuove procedure sostenibili – anche da un punto di vista sociale ed economico – che rendano l’archeologia un’attività centrale per lo sviluppo dei territori italiani”.
“L’indagine archeologica svolta in questa seconda campagna di scavo del 2023 non ha mai smesso di stupirci tanto per la complessità del sito, quanto per gli straordinari ritrovamenti”, ha esordito il Direttore Fabio Turchetta. Le attività di scavo, sempre condotte con il prezioso contributo di un nutrito gruppo di studenti di università italiane ed europee, si sono concentrate nella porzione orientale del saggio, l’area più distante dal tracciato della Via Appia Antica.