È stata rinviata alla seconda metà ottobre l’udienza preliminare del processo a Carmen Salvatore, la dottoressa 55enne accusata di corruzione, falso, furto, introduzione di un telefonino in carcere e anche di spaccio di medicinali, nonché di hashish all’interno della casa circondariale di via Arginone.
Ieri, giovedì 5 ottobre, il giudice delle indagini preliminari Danilo Russo, dopo aver accettato la costituzione di parte civile avanzata dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Ferrara per danno di immagine, ha infatti dato altro tempo al pm Ciro Alberto Savino – titolare del fascicolo di indagine – per modificare e precisare alcuni capi di imputazione.
La dottoressa ha prestato per circa otto mesi servizio in attività libero professionale all’Arginone, fino al marzo dello scorso anno, quando è stata raggiunta da un primo provvedimento cautelare emanato dall’autorità giudiziaria di Bologna per un altro reato e recentemente decaduto. L’indagine ha riguardato un periodo che va dal settembre del 2021 al marzo del 2022 e si è avvalsa del supporto anche d’intercettazioni ambientali e telefoniche e pedinamenti all’esterno.
Secondo gli inquirenti, in cambio di duecentomila euro che un detenuto avrebbe dovuto corrisponderle, Salvatore si sarebbe adoperata per far ottenere a un ristretto di giovane età l’incompatibilità col regime carcerario. Il tutto certificando falsamente intenti suicidari e somministrandogli farmaci in modo da cagionargli malori e sintomi nonché predisponendo una falsa certificazione medica di richiesta urgente di visita al Pronto soccorso per un tentativo di suicidio dello stesso. In altre occasioni, e con altri detenuti, avrebbe compilato false richieste d’invio urgente al Pronto soccorso, attestando sintomi e necessità di ricovero in ospedale in realtà inesistenti, oppure avrebbe istigato i detenuti a simulare malori in modo da indurre in errore altri medici del servizio sanitario carcerario
Alla dottoressa è contestato anche di aver sottratto dall’infermeria dell’Ausl circa 240 compresse di benzodiazepine e antiepilettici e di averle cedute a un detenuto, senza ovviamente che vi fossero prescrizioni mediche a supporto. Lo stesso meccanismo si sarebbe verificato anche per altri farmaci oppioidi analgesici. In un’altra occasione si sarebbe anche adoperata per acquistare un etto di hascisc da consegnare a detenuti all’interno dell’Arginone.
Nei primi mesi del 2022, infine, avrebbe anche introdotto un telefono cellulare in carcere e lo avrebbe consegnato a un ristretto. Avrebbe tentato anche di fare il bis, ma senza successo perché nel frattempo venne sottoposta ai primi domiciliari.
Al momento, la dottoressa si trova in stato di libertà e sta continuando a esercitare la propria professione come medica libera professionista dell’emergenza-urgenza.
Al termine dell’udienza di ieri, il gip ha rinviato le parti al 19 ottobre.
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