Cronaca
2 Settembre 2023
Davide Buzzi era il patrigno del 19enne morto a metà agosto. Aveva già aggredito un’altra persona

L’uomo morto dopo la rissa al Big Town voleva vendicare il figliastro

di Redazione | 3 min

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Sembra avere tutta l’aria di un regolamento di conti finito in tragedia quello che è andato in scena la notte scorsa all’interno del Big Town chupiteria, il locale che Davide Buzzi, assieme a un ragazzo di 20 anni, L.P., voleva incendiare.

A potare con sé una tanica rossa piena di benzina, attorno alle 23.30, è stato Davide Buzzi, 42 anni, di professione tatuatore. L’uomo si era reso già protagonista una settimana fa di un’aggressione ai danni di un 20enne di nazionalità tunisina, che si era rifugiato dietro il bancone di un bar del centro per evitare la furia dell’uomo.

Una furia che non si è mai placata. Ieri notte l’aggressione ai titolari del Big Town all’inizi di via Bologna, Con sè aveva una tanica rossa piena di benzina. L’impressione di chi l’ha visto è stata quella che volesse incendiare il locale.

All’origina di tanta rabbia c’è la tragica morte del suo figliastro, Edoardo, vittima a metà agosto di un malore mentre era in compagnia di amici all’interno del locale. Il ragazzo aveva appena 19 anni. Il giovane che era ieri sera con Buzzi era suo cugino, 20 anni. La procura sta indagando su quella morte una pista che porterebbe all’assunzione di cocaina. La sostanza avrebbe interagito n modo fatale con un difetto congenito al cuore del 19enne, problema cardiaco che gli era già stato diagnosticato durante un recente ricovero in ospedale.

Ecco allora quale dovrebbe essere il movente, una vendetta privata verso chi Buzzi riteneva in parte responsabile della morte del figliastro. In questo caso la colpa dei titolari sarebbe quella di non aver allertato in tempo i soccorsi. Già la sera successiva al decesso, infatti, il 42enne si era presentato davanti al locale per minacciarli.

Tornando alla cronaca di ieri, Buzzi e il cugino sono arrivati a bordo di una Bwm nera. Prima la brusca frenata e l’auto lasciata in mezzo alla strada. Poi l’entrata decisa con la tanica in mano all’interno del locale.

Qui però hanno trovato la reazione pronta del gestore, M.D.G., 41 anni, e del padre, G.D.G., 69 anni. Sarebbe stato quest’ultimo, secondo le prime ricostruzioni, a ferire al collo con una bottiglia rotta Buzzi, che presenterà a forze dell’ordine e soccorritori giunti sul posto anche il volto sfigurato.

Il ragazzo di 20 anni è stato invece raggiunto da una ferita da taglio all’addome, dal basso verso l’alto. Ora è ricoverato in ospedale con ferite gravi ma non è in pericolo.

Discorso diverso invece per Buzzi, che è deceduto all’ospedale di Cona dopo i tentativi disperati di salvarlo.

Ferito lievemente anche il 69enne, mentre il figlio è stato portato in ospedale solo per accertamenti.

I primi a portarsi sul posto sono state una pattuglia dei carabinieri, che era in servizio di controllo in piazza Trento-Trieste, e una della Polizia di Stato, presente in piazza Travaglio. Alla fine di fronte al locale si contavano sei pattuglia, oltre a due ambulanze e a un’automedica del 118.

Il caso è in mano alla pm Barbara Cavallo, che nel corso della giornata ha interrogato titolare e genitore. A breve dovrebbero arrivare novità da Via Mentessi.

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