Attualità
9 Giugno 2023
Trovato un accordo tra le parti. Erano state realizzate dalla giunta Fabbri opere non accessibili e riqualificate altre senza tener conto delle barriere architettoniche

Il giudice riconosce la condotta discriminatoria del Comune di Ferrara contro i disabili

di Redazione | 3 min

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Si è conclusa dopo un anno la causa civile con la quale alcuni cittadini ferraresi e l’Associazione Luca Coscioni avevano trascinato in giudizio il Comune di Ferrara accusandolo di aver tenuto una condotta discriminatoria nei confronti delle persone con disabilità per aver realizzato nuove opere edilizie non accessibili e riqualificato opere pubbliche senza tener conto della normativa in materia di abbattimento delle barriere architettoniche.

A firmare la causa sono stati Cecilia Sorpilli, Luca Marchetti, Renzo Rimessi, Roberto Vitali e Silvana Messina (assistiti dall’avvocato Roberto Anselmi), insieme all’Associazione Luca Coscioni, che ritengono che il Comune abbia discriminato le persone con disabilità nella realizzazione di quattro interventi recenti, riqualificando o realizzando ex novo opere pubbliche senza tener conto dell’abbattimento delle barriere architettoniche.

Si tratta della costruzione di una rampa arginale di collegamento lottizzazione con il paese di Gaibanella; la riqualificazione del percorso sopra mura in viale Belvedere; la riqualificazione di Piazza della Repubblica; e la manutenzione dei marciapiedi di via Verona a Pontelagoscuro.

Lo scorso 31 maggio davanti al Tribunale di Ferrara i ricorrenti hanno sottoscritto un accordo con l’amministrazione comunale ottenendo il riconoscimento della validità delle loro motivazioni a sostegno del ricorso per condotta discriminatoria.

Come viene riportato nel testo della transazione concordata tra le parti, “nel corso del procedimento civile, a seguito di trattative svolte tra le parti, il Comune di Ferrara – allo scopo di riconoscere le ragioni individuate dai ricorrenti e poste alla base dell’azione promossa nel corso del giudizio – è giunto alla determinazione, insieme ai sigg. Marchetti, Messina, Rimessi, Sorpilli e Vitali, di comporre transattivamente le domande e le richieste”.

I ricorrenti, soddisfatti per aver visto riconosciute le proprie motivazioni e per aver ottenuto l’ordine di fare i lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche desiderano, “per chiarezza ed evitare strumentalizzazioni fuori luogo”, sottolineare alcuni aspetti.

In primis che, avendo accettato la proposta di transazione, non riceveranno nessun risarcimento economico per la discriminazione subita. Sottolineano poi che le segnalazioni riguardo le barriere architettoniche sono state fatte prima attraverso comunicazioni dirette all’Amministrazione Comunale poi con proteste sui social media e infine sui giornali, “cercando sempre un confronto con ilì Garanti delle Persone con Disabilità del Comune di Ferrara che non ha mai risposto o contattato i ricorrenti. Siamo stati lasciati soli a combattere questa che, secondo noi, è una battaglia di civiltà.”.

I ricorrenti lamentano inoltre “la mancanza di un sostegno morale, non economico, da parte delle associazioni che rappresentano a Ferrara i diritti delle persone con disabilità” e auspicano che il sindaco Alan Fabbri intervenga affinchè “i tecnici comunali che hanno dichiarato ‘a norma di legge’ le opere realizzate paghino, e non in senso figurato, il danno arrecato alle casse della amministrazione comunale, e a tutti noi cittadini, per aver realizzato opere in difformità. Il comportamento dei tecnici incaricati è da sottolineare sia dal punto di vista deontologico che professionale e per le altre responsabilità saranno i rispettivi ordini professionali a doversene fare carico”.

I lavori richiesti saranno realizzati secondo un calendario concordato nell’atto transattivo che è vincolante per il Comune pena la riapertura del giudizio.

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