Contestano la “visione tunnel” della Procura della Repubblica di Ferrara, gli avvocati Pasquale Longobucco e Alessandra Palma, difensori di Doriano Saveri, l’uomo accusato di aver ucciso, nella notte tra il 21 e il 22 febbraio 2021, nella sua abitazione di Borgo San Giovanni, a Bondeno, Rossella Placati.
Nello specifico, a essere criticato è stato l’approccio metodologico e investigativo adottato dai pm Stefano Longhi e Lisa Busato, che – secondo la difesa – si “concentra su alcuni aspetti piuttosto che su altri” e finisce per basarsi “su un’idea che è preconcetta sin dall’inizio: nell’immediatezza del fatto si è individuato Saveri come possibile autore del reato sulla scia di un percorso mentale che ci costringe a farlo”.
Longobucco così ribadisce quella che è stata la linea della difesa per tutta la durata dell’udienza che si è tenuta nella giornata di ieri (martedì 10 gennaio) alla presenza dello stesso imputato, che è quella di “dissentire sul concetto di indagine a 360 gradi” portato avanti dalla Procura, sollevando alcuni dubbi sulle accuse nei confronti di un uomo che “da padre, compagno, fratello e amico fidato, dopo questa vicenda, è diventato un mostro“.
“Se non si parte da dati certi e oggettivi non è possibile arrivare a conclusioni certe” sottolinea l’avvocato nella sua arringa, prima di esprimere le proprie perplessità. Dalle modalità in cui sono state condotte le indagini sulle persone vicine alla famiglia e sui vicini di casa, al rilevamento delle impronte digitali, fino alle discordanze nella descrizione dell’abbigliamento di Saveri da parte dei testimoni e agli interrogativi provenienti dalle celle telefoniche, i cui “dati di aggancio non provano che l’imputato si trovasse in quel luogo a quell’ora“.
A tal proposito, soffermandosi sui movimenti dell’uomo nelle ultime ore di vita di Rossella, Longobucco afferma che “non vi è certezza precisa su quando Saveri sia entrato o uscito di casa”. “Possiamo saperlo a grandi linee – prosegue – ma non si può ragionare in questi termini, quando in casi come questo, i minuti sono importanti e fanno la differenza“, aggiungendo poi: “Non possiamo farci guidare dal ragionamento «se non è stato lui, chi altri?»”.
Interrogativi – per la difesa – emergono anche dalla versione dei fatti di Saveri dopo la morte di Placati che, secondo la ricostruzione dell’accusa, è avvenuta dopo le 22: “Se io sono autore dell’omicidio e lo consumo alle ore 22, ha senso – si domanda Longobucco – inventarmi o raccontare dei fatti o degli alibi che nulla hanno a che vedere con quella fascia oraria? Se io sono l’autore dell’omicidio, l’alibi me lo creo dalle 22 in poi. E non rimango in casa, ma me ne esco. L’ipotesi – rilancia il legale – è che la morte possa essere avvenuta anche tra le 20 e le 22, e che non sia del tutto pacifico l’orario delle 22 in avanti”.
Longobucco, rivolgendosi metaforicamente ai giudici, ancora si domanda: “Se avesse ucciso Rossella, con questa che giaceva al piano di sopra, che senso ha raccontare di essersi recato due volte in bagno a lavarsi le mani? La logica avrebbe imposto di correggere il tiro e invece lui lo ribadisce. È possibile che Saveri, pur recandosi in bagno, possa non essersi accorto del cadavere. Oggi dobbiamo metterci nei panni della persona in quel momento, che va al piano di sopra, plausibilmente in penombra, e non è detto che possa aver visto cadavere. Come possiamo escluderlo con certezza?”.
“Le risultanze dibattimentali – conclude l’avvocato – non forniscono elementi certi sui movimenti di Doriano Saveri nelle giornate tra domenica e lunedì e sull’ipotesi che abbia ucciso Rossella Placati. Ci sono plurimi elementi che difettano all’evidenza dei requisiti di precisione. Non ci sono elementi certi per ricostruire il fatto e non troviamo confessioni. Non ci sono litigi, nemmeno su whatsapp e l’unica forma di minaccia attribuibile a Saveri è quella di rivolgersi a un avvocato. Anche il messaggio mandato alla figlia (le diceva di essere forte, piangeva, ndr) è stato interpretato dalla stessa come una volontà suicidaria, ma nulla che potesse far presagire il compimento di azioni violente nei confronti di Rossella”.
La sentenza è attesa per il 17 gennaio.
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni
Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com