Elia Ricci (Facebook)
La procura di Ferrara ha indagato due persone per la morte di Elia Ricci, il pescatore di Goro di 26 anni morto all’improvviso lo scorso 16 dicembre per un malore dopo una serata passata con gli amici.
Elia era un culturista e, questo il timore degli inquirenti, potrebbe aver assunto sostanze dopanti dannose per il suo organismo. Per far luce su questo aspetto è stata eseguita l’autopsia sul copro del ragazzo. A eseguire le operazioni autoptiche per conto della pm Barbara Cavallo è stata ieri, venerdì 23 dicembre, il medico legale Silvia Boni. Con lei il medico legale Mauro Martini, consulente di parte nominato da una delle due difese.
Indagati per morte in conseguenza di altro reato sono il gestore di una palestra di Bosco Mesola frequentata da Elia, un uomo di 53 anni, e un fisioterapista di 26.
Nella palestra i Carabinieri di Comacchio e i Nas avevano trovato cocaina e hashish, oltre a numerosi farmaci (senza prescrizioni mediche) e sostanze dopanti. Il titolare, difeso dall’avvocato Denis Lovison, è finito ai domiciliari.
Il fisioterapista, con lo studio nel comacchiese, era invece stato denunciato a piede libero per detenzione di droga e ricettazione. Il professionista è difeso, come detto, dall’avvocato Marzola.
I familiari della vittima sono invece assistiti dall’avvocata Tiziana Lionello del foro di Rovigo e dall’avvocato Gabriele Civello del foro di Venezia. Anche loro hanno fatto seguire l’autopsia dai propri consulenti, il dottor Andreav Galassi di Vicenza e il dottor Maurizio Banfi di Padova.
Per le analisi tossicologiche, invece, la procura ha nominato il dottor Roberto Testi dell’Istituto di Medicina Legale di Torino e il dottor Enrico Gerace del Centro Antidoping di Torino.
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