Paolo Mazzini
“È necessario al più presto un tavolo di confronto tra i costruttori e il mondo bancario locale, se vogliamo che il meccanismo del 110% riparta e tante aziende riprendano a lavorare, salvandosi da un probabile fallimento”. L’invito viene da Paolo Mazzini, presidente di Cna Costruzioni, poco dopo la definitiva conversione in legge, da parte del Parlamento, del Decreto Aiuti Bis, che limita ai soli casi di dolo e colpa grave la responsabilità solidale dei cessionari (banche) del credito fiscale derivante dal bonus 110% e dagli altri bonus edilizi (questi ultimi se generati dopo l’entrata in vigore del Dl Antifrodi). “Una norma attesa – prosegue Mazzini – che doveva rimettere rapidamente in moto il mercato del credito, ma che non sembra sortire gli effetti sperati”.
Con il Dl Aiuti Bis, se un certo credito fiscale si dimostra insussistente o privo dei requisiti necessari, l’Agenzia delle entrate non può chiamare in causa, per la sua restituzione, la banca cessionaria: tranne, come abbiamo detto, nei casi di dolo o colpa grave. ‘Liberando’ le banche dalla responsabilità in solido, il Dl Aiuti Bis doveva quindi sbloccare circa dieci miliardi di crediti fiscali attualmente incagliati, e così rimettere in pista tanti cantieri con le rispettive aziende.
Ma lo sblocco non è avvenuto: “Probabilmente il concetto di dolo e colpa grave richiamato dalla legge contiene un elemento di forte ambiguità che spaventa le banche – spiega Mazzini – e le induce a non sbloccare i crediti. Nel frattempo però le aziende sono in ginocchio e non sanno come mandare avanti i lavori. Per questo è fondamentale un confronto con le banche locali, per capire insieme come superare un incaglio normativo che danneggia tutti: le imprese, ma anche tanti cittadini”.
Le piccole e medie imprese delle costruzioni vanno sostenute, spiega Mazzini: “Stanno facendo di tutto per non mollare e andare avanti, rispettando vincoli e obblighi normativi sempre nuovi e diversi. Non dobbiamo dimenticare che le piccole e medie imprese di costruzioni garantiscono flessibilità, capacità di adattarsi al mercato, grande attenzione alla sicurezza sul lavoro e posti di lavoro, purché siano messe in condizioni di lavorare”.
Le critiche di Mazzini alle scelte della politica, tuttavia, non si fermano qui. “Si sperava – spiega Mazzini – che la conversione in legge del Decreto Aiuti Bis contenesse anche una proroga dei termini imposti sui lavori nelle abitazioni unifamiliari, ma la proroga non è arrivata, e la data limite per completare il 30% dei lavori con il 110% resta fissata al 30 settembre. Una scelta che considero incomprensibile e profondamente sbagliata, anch’essa penalizzante per il mondo delle costruzioni”.
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