Politica
20 Luglio 2022
L’associazione chiede il parere delle Belle Arti soprattutto per l’uso dell’ex caserma a favore di privati

Progetto Fe.ris. Ferrara Sostenibile 2030: “Intervenga la Soprintendenza”

di Redazione | 2 min

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“Condividiamo interamente i giudizi e le preoccupazioni espressi da Italia Nostra riguardo il progetto Fe.ris deliberato dal Comune di Ferrara”.

A intervenire nella lunga schiera dei no al progetto che prevede di far costruire a un privato un ipermercato e un parcheggio a ridosso delle mura, in un’area agricola inedificabile, in cambio della possibile ristrutturazione della Caserma Pozzuolo del Friuli è l’associazione Ferrara Sostenibile 2030 (aderente al Coordinamento Emilia Romagna Sostenibile).

Italia Nostra lamentava la mancanza di interesse pubblico nell’intera operazione, in vantaggio invece dei privati che costruiranno e degli altri privati che si insedieranno.

Dei tre punti del progetto (parcheggio e supermercato in via Volano, ipermercato di Esselunga in via Caldirolo e caserma), Ferrara Sostenibile 2030 si concentra sull’ultimo. Tra via Scandiana e via Cisterna del Follo invece, anche se la giunta Fabbri parlava di un campus universitario, i piani prevedono uno studentato privato (senza prezzi calmierati), centro wellness e food court (ristoranti).

Italia Nostra faceva appunto notare che “è impensabile che il bellissimo edificio della Cavallerizza non diventi in futuro struttura pubblica per convegni al servizio dei vicini musei e dell’università. La Caserma è uno dei casi emblematici in cui una previdente progettualità pubblica avrebbe potuto cogliere la straordinaria opportunità offerta dal Pnrr”.

“Il Comune – riprende Ferrara Sostenibile 2030 – ha in realtà lasciato all’iniziativa privata sia l’utilizzo di spazi e ambienti che dovrebbero essere pubblici, sia la loro futura gestione. Ne è prova il fatto che il cosiddetto ‘studentato’ verrebbe costruito nell’ex Caserma di Cisterna del Follo senza nessun accordo né preventivo né gestionale con l’Università”.

L’associazione ritiene quindi che “su tutto il progetto Fe.ris debba intervenire la Soprintendenza di Ferrara per tutelare la congruità dell’uso delle aree verdi prospicienti le mura e l’area della Caserma che confina direttamente con Palazzo Schifanoia e il suo giardino”.

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