Arrivano i primi patteggiamenti per l’inchiesta sulle mazzette dalla Motorizzazione civile di Ferrara. Ieri, davanti al gup Vartan Giacomelli è stato formalizzato l’accordo sulla pena per sei autotrasportatori, coinvolti nella maxi indagini che ha portato la procura a chiede 72 rinvii a giudizio.
I patteggiamenti in tutto dovrebbero essere 36. “Le pene sono state tutte al di sotto dei due anni”, spiega l’avvocato Ciriaco Minichiello, difensore dei sei imputati, “i miei assistiti hanno pienamente collaborato e ottenuto tutte le attenuanti del caso”. Le pene sono incluse in un range che va da un anno e due mesi a un anno e nove mesi di reclusione, per reati che andavano, a vario titolo, dal falso alla corruzione proprie e impropria. Per tutti è stata concessa la sospensione e la non menzione.
“Siamo soddisfatti – commenta il legale – perché finalmente dopo quattro anni dall’avvio dell’indagine abbiamo chiuso questa vicenda”.
L’operazione “Ghost inspections”, condotta da Guardia di Finanza e Polizia di Stato e coordinata dal pm Andrea Maggioni, è iniziata nel novembre del 2018 e ha portato gli inquirenti a documentare, fino al maggio 2019, un sistema di tangenti nella Motorizzazione civile di Ferrara, con importi che andavano dai 100 ai 250 euro versati da autotrasportatori di mezz’Italia in cambio di false revisioni su mezzi pesanti, camion e autotreni malandati. Al centro dell’inchiesta finirono soprattutto Cesare Franchi, ingegnere della Motorizzazione, addetto alle prove di revisione, Edoardo Caselli, 63 anni, copparese, anch’egli ingegnere della Motorizzazione, e Alessandro Barca, 62 anni, ferrarese, titolare della “All service srl”.
Alcune delle persone indagate inizialmente è emerso che fossero semplici prestanome e/o persone al completo oscuro di tutto.Nel corso dell’inchiesta vennero sequestrate 358 carte di circolazione e per 168 veicoli è stata effettuata una revisione straordinaria.
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