Copparo. Mentre la guerra è tornata a irrompere nel continente, si continua a voler coltivare la memoria, preziosa non solo per conservare le proprie radici, ma soprattutto quale monito della tragedia degli eventi bellici.
Anna Franceschini e Alessandro Minutillo dieci giorni fa avevano donato al Comune una raccolta, ritrovata casualmente, degli “Eroi caduti per la patria” di Copparo, il cui ingrandimento sarà esposto al Museo La Tratta perché la comunità possa fruirne, dare un volto a quanti diedero la vita nella Prima Guerra Mondiale, riconoscendo forse un familiare.
Questa storia è giunta a Carla Sansoni e al marito Gualtiero Lanzoni, che hanno voluto partecipare all’operazione di ricostruzione del ricordo e dei valori di pace, libertà e democrazia che porta con sé. Hanno dunque fatto arrivare al sindaco una riproduzione ridotta dello stesso gruppo d’onore: lo aveva appeso al muro la nonna di Carla per ricordare il marito, Licurgo Carletti. Licurgo era partito da Copparo per il fronte: era stato imprigionato a Mauthausen, dove morì di stenti a 36 anni. A 20 si era sposato: avevano due figli maschi e due figlie femmine, una delle quali lui non aveva mai potuto conoscere, poiché era partito nei pesanti stivali quando non era ancora nata.
Carla ha generosamente voluto portare un contributo alla memoria collettiva attraverso una storia familiare, che spezza il cuore. Ha fornito infatti, insieme a un commovente racconto, la cartolina postale, probabilmente l’ultima, scritta da Licurgo alla giovane moglie dal campo: è datata novembre 1917. “Cara moglie, vengo a te, dopo questo lungo silenzio, per dirti che io sto bene come spero di te e dei cari figli… ”. L’uomo chiede di inviare dei beni primari, pane, maglie, fazzoletti, calze guanti, tabacco e cerini per i lunghi giorni e un vaglia telegrafico, che non sarebbe servito a nulla. Si interessa delle fasi della vita rurale, come la preparazione degli insaccati. “Ti saluto e ti bacio insieme ai figli. Sono tuo marito”.
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