Politica
14 Settembre 2021
L’assessore regionale Colla: “Chiederò investimenti certi in un settore strategico per la transizione ecologica”

Petrolchimico. Il governo non spenga la luce su Ferrara

di Redazione | 3 min

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“Un Paese che non progetta la chimica è un Paese che non fa politica industriale. E Ferrara, se non guarda alla chimica, è morta. L’Italia, il governo, non può spegnere la luce”. Dal palco di Pontelagoscuro l’assessore regionale Vincenzo Colla promette di far sentire la voce dell’Emilia-Romagna al tavolo nazionale della chimica convocato per domani (mercoledì 15) al Mise.

Intervistato dal direttore di Estense.com Marco Zavagli insieme all’ad di Benvic Italia Luca Lussetich e al prof. Alberto Cavazzini, direttore del Dipartimento di Scienze chimiche, farmaceutiche e agrarie dell’Università di Ferrara per “Ponte in Festa”, Colla ha assicurato che non farà sconti a Eni, che ha deciso di chiudere il cracking di Porto Marghera.

Una decisione che avrebbe ripercussioni devastanti per Ferrara e per l’occupazione, dal momento che il petrolchimico, il cui fabbisogno dipende interamente dagli approvvigionamenti di materie prime da Mestre, conta tra aziende insediate e indotto non meno di 2500 persone.

E se il titolo del dibattito è “Transizione ecologica: il futuro della chimica in Italia”, bisogna tener presente che “senza chimica non c’è futuro”, ribadisce l’assessore, che non ha remore a dire che “senza chimica Ferrara è morta”: “in Italia per il settore della chimica servono nuove idee di politiche industriali trasversali. In questa regione non possiamo permetterci di mettere in discussione il petrolchimico di Ferrara e Ravenna”.

Ne è convinto anche Lussetich, secondo il quale “ogni chiusura è una chiusura per sempre”. L’ad di Benvic fa presente però che, a parte quanto ci sarà da fare a Roma in sede di contrattazione, qualcosa va fatto anche qui: “uno dei punti forti di Ferrara è una scolarità importante, ma non si riesce a fare sistema. Localmente si potrebbero trovare piccole logiche per fare meglio, ma spesso si rincorre subito il vantaggio economico senza guardare alle potenzialità di investire in conoscenza”.

Come? Attraverso il saper fare rete: “alle società deve venir voglia di trasferirsi qui, i capitali vanno investiti qui. Le aziende da sole altrimenti non hanno le forze per fare una nuova rivoluzione copernicana in questo settore”.

E la rivoluzione copernicana, e con essa la transizione ecologica, partono dalla chimica verde. “Le nuove tecniche si sono: è possibile. Certo non in pochi anni, ne servono almeno 5 o 10. Ma so che questo collide con le logiche aziendali” avverte Cavazzini.

“Si pensa che il sole e il vento sono cose buone, mentre il petrolio è cattivo – riflette il docente -. Se si pensa quanto lavoro si può fare con un litro di benzina è incredibile”.

Non è un caso che “come Unife abbiamo dato la laurea honoris causa a Daniele Ferrari, CEO di Versalis”. Il motivo? “Per il suo tentativo di coniugare i posti di lavoro con le esigenze dell’ambiente. Se non si parte dal presupposto che si deve partire da qui non si va lontani”.
Ma per continuare il percorso sulla chimica green, su questo c’è una visione concorde, è necessario mantenere in questo frangente il cracking a Marghera. “per rilanciare il petrolchimico – prosegue Colla – abbiamo bisogno di progettare insieme, ma se si chiude il cracking non c’è possibilità di farlo. Dobbiamo cambiare modello, ma ci devono lasciare il tempo. Non si fa ambiente senza il tempo”.

Ecco perchè al tavolo nazionale Colla chiederà al governo “di essere garante nel percorso verso la transizione”. I fondi ci sono: “Dal Pnrr arriveranno 71 miliardi di euro”. Ma sullo sfondo rimane una grande domanda: “Versalis vuole fare ancora la chimica?”.

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