Cronaca
2 Settembre 2021
Nessuno si è presentato alla stazione per la protesta lanciata dal gruppo Telegram "Basta dittatura" che è stata un flop anche a livello nazionale

Neppure a Ferrara i ‘No green pass’ hanno fermato i treni

di Redazione | 2 min

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Tanto rumore per nulla. Nonostante l’appuntamento lanciato dal gruppo Telegram “Basta dittatura” nei giorni scorsi, l’iniziativa di bloccare il traffico ferroviario della stazione di Ferrara è stata disertata dal popolo No green pass.

E d’altronde i membri estensi avevano in qualche modo preannunciato di non voler creare disagi ai pendolari.

E così, tra le 14 e le 15 di mercoledì 1° settembre, orario fissato dai manifestanti a livello nazionale per l’occupazione dei binari, il piazzale dello scalo ferrarese non ha visto alcun tipo di protesta contro l’entrata in vigore dell’obbligo di certificazione verde per salire a bordo dei treni a lunga percorrenza.

A sorvegliare la zona numerosi agenti della Digos e della polizia di Stato, insieme a un paio di pattuglie dei Carabinieri, senza però rilevare nessun tipo di criticità per l’ordine pubblico e la viabilità, che non ha subito ritardi e rallentamenti, così come nel resto del Paese.

A questo proposito, anche nelle altre 53 città d’Italia, la partecipazione alle proteste è stata inferiore rispetto alle aspettative con pochi disagi e manifestanti nelle stazioni ferroviarie interessate dalla contestazione anti-carta verde, tra cui Torino, Milano, Bologna, Firenze e Napoli.

Intanto, già sabato 4 settembre alle 18, il movimento No green pass scenderà nuovamente in piazza Trento Trieste a Ferrara – così come in più di 119 piazze italiane – e lo farà a “oltranza finché la dittatura non sarà distrutta” con manifestazioni “apartitiche, spontanee, autogestite e pacifiche” che non hanno “nessun partito dietro, senza interessi personali o di gruppo”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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