“L’arma è una dotazione che è stata fornita agli operatori per garantire la loro sicurezza e quella dei cittadini e che è stata data appunto a degli operatori di polizia e non a degli incapaci o ad un’organizzazione criminale”.
A parlare sono i sindacati Diccap e Sulpl che sottolineano come “questi operatori, aldilà delle formazione in corso e preventiva già svolta (un’ora soltanto secondo quanto emerso in commissione, ndr), da anni si allenano con armi da fuoco, per previsione normativa e di servizio, al Tiro a Segno Nazionale cittadino, ancora prima di divenire assegnatari in via continuativa della propria arma d’ordinanza di cui tanto si parla oggi”.
I due sindacati, sottolinea Natale Vitali della Funzione pubblica della Cgil, “affermano giustamente che la Polizia locale può avere l’arma solo per difesa personale e non per altro, smentendo così il vicesindaco Lodi (che su Facebook scriveva di “tenere l’ordine”, ndr).
Sul tema dell’addestramento e della funzione del corpo interviene anche il capogruppo del Pd Francesco Colaiacovo che, pur ritenendo il Corpo di Polizia Municipale Terre Estensi tra i più professionali ed efficienti d’Italia”, si dice preoccupato per le parole del rappresentante sindacale della Cgil Natale Vitali in commissione, dove ha riferito che relativamente alla vista psico/attitudinale questa è consistita nella compilazione da parte degli agenti di un questionario, affermazioni non smentite dal vicesindaco”.
Allo stesso modo Naomo Lodi “non ha dato rassicurazioni sulla carenza di organico che limita l’azione del Corpo, in particolare rende impossibile l’effettuazione del quarto turno richiesto dall’accordo Ministero dell’Interno-Anci e per il quale si è reso necessario dotare gli agenti di adeguato armamento”.
Infine, secondo Colaiacovo, “non si può ritenere rispettoso degli agenti il modo confuso con cui viene regolamentata la gestione dell’arma, questione particolarmente rilevante circa la responsabilità nella custodia, sulla quale il vicesindaco in commissione è stato vago e impreciso, inducendo a ulteriori dubbi sulla reale tutela del personale al quale viene assegnata l’arma e da quel momento ne diviene il custode responsabile”.
In commissione Lodi non ha spiegato se per il personale al quale è stata assegnata l’arma, nel momento in cui gli viene concessa la possibilità di depositarla al Comando negli armadi di sicurezza, esiste una procedura di presa in carico da parte di un eventuale custode H24, oppure rimane sempre in carico all’agente al quale è stata concessa e quindi anche quando deposita l’arma al comando ne rimane sempre il responsabile.
“Su questo – aggiunge il dem – al termine della commissione è rimasto il dubbio e a noi non pare sia una modalità corretta di rispettare e tutelare gli agenti di polizia locale”.
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