Politica
20 Maggio 2021
L’assessore Irene Priolo in commissione smaschera la giunta di Alan Fabbri sull’aumento dei rifiuti speciali in favore di Hera

Inceneritore. La Regione svela l’inganno: “Il Comune di Ferrara ha dato parere favorevole”

L'assessora Irene Priolo in commissione
di Marco Zavagli | 3 min

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L'assessora Irene Priolo in commissione

L’assessora Irene Priolo in commissione

“Il Comune di Ferrara ha dato parere positivo all’aumento dei rifiuti speciali da bruciare nell’inceneritore”. Lo dice con garbo, quasi scusandosi della digressione, l’assessore regionale all’ambiente Irene Priolo illustrando in commissione ambiente il Piano regionale dei rifiuti e la bonifica delle aree inquinate.

In pochi minuti Priolo sbugiarda la serie di scuse e giustificazioni montate negli ultimi giorni da Lega e alleati per far digerire ai ferraresi l’aumento di 12mila tonnellate di speciali che finiranno nell’inceneritore di Hera.

Partiamo dal parere negativo dato dall’amministrazione estense in sede di giunta. “Mi corre l’obbligo di precisare – spiega l’assessore Priolo – che il parere di giunta, anche se negativo non ha nessun valore giuridico in questa sede”. Quello che conta è quanto viene espresso in Conferenza dei servizi, al cui tavolo siedono Hera, Arpae, Provincia e Comune di Ferrara. E qui, “dove si esprimono pareri tecnici e non politici”, “il Comune di Ferrara, attraverso il suo dirigente competente, ha dato parere favorevole”.

Viene poi la questione del ricorso straordinario al Capo dello Stato annunciato da Alan Fabbri per tranquillizzare le associazioni ambientaliste insorte in questi giorni. “Non comprendo questa intenzione dal punto di vista dell’iter amministrativo” commenta Priolo, lasciando intendere che si tratta di fumo negli occhi, dal momento che “se c’è l’urgenza di fermare il procedimento si chiede la sospensiva al Tar, che è lo strumento più rapido per addivenire a un blocco dello status quo”.

L’assessore della giunta Bonaccini non vuole entrare nel merito delle questioni locali, ma “se mi chiedono se questo aumento è legato a una necessità sui rifiuti urbani della Regione devo rispondere di no. A noi compete la pianificazione dei rifiuti urbani. Se poi si ridiscute l’autorizzazione ambientale a livello locale, come previsto dalla normativa del Testo unico sui rifiuti all’art. 29, e un soggetto privato chiede di intervenire per la frazione degli speciali siamo di fronte a un accordo territoriale. Io dico che legittimamente c’è stata una discussione e ha avuto il suo esito, che non interferisce assolutamente sugli urbani”. In sintesi: l’aumento al massimo della capacità di bruciare rifiuti dipende da una scelta tra Hera e Comune di Ferrara.

Fabbri ha cercato di giustificare le scelte della sua giunta accusando di tutto gli “organi regionali legati a doppia mandata politica al Pd e alle amministrazioni di sinistra” che “da sempre gestiscono la partita rifiuti” e “rispondono positivamente a qualsiasi sollecitazione arrivi da parte di Hera”.

Su queste frasi si impunta Priolo, che non permette al sindaco di “mettere in discussione la professionalità dei dipendenti del sistema regionale”. “Su questo voglio essere molto chiara – prosegue -. La Regione non accarezza le multiutily accompagnandole in maniera agevolata. Il sistema delle imprese segue gli obiettivi della Regione. Sono loro ad adeguarsi. Questa affermazione che il sistema regionale anche attraverso i propri dipendente accondiscende alle scelte delle multiutitlity a me non va bene. La politica fa la politica e detta gli indirizzi”.

Perché allora tutti i segreti, gli annunci di ricorsi insensati e lo scaricabarile? Priolo ricorda a Fabbri che il Comune di Ferrara “può rimettere in campo la ridiscussione dell’accordo di autolimitazione delle 130mila tonnellate”, proprio perché “è un accordo tra Comune e gestore, come in tutte le altre realtà. E – ribadisce – non è di competenza regionale”.

E chiude dicendo di comprendere “la difficoltà della giunta”, ma invita a tenere in mente che “il tema dei rifiuti non ha colore politico. Impariamo ad avere una discussione matura e non strumentale su questi argomenti, perché certe cose non fanno bene né al sistema delle imprese né all’ambiente”.

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