Politica
20 Maggio 2021
Baraldi (Pd) e Fusari (Azione Civica) interrogano assessore e sindaco su come sia stata scelta la Fondazione Cavallini-Sgarbi per l'acquisizione delle opere e quali siano gli accordi

La vicenda dei disegni di Ghedini diventa un caso politico

di Redazione | 2 min

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Diventa un caso politico la vicenda dei 31 disegni donati dal pittore settecentesco Giuseppe Ghedini alla biblioteca Ariostea, poi scomparsi per riapparire nel negozio di un antiquario a Milano e infine acquistati dalla Fondazione Cavallini-Sgarbi. Pd e Azione Civica chiedono infatti di conoscere tutti i passaggi.

Dopo la segnalazione delle associazioni Amici Biblioteca Ariostea, Amici dei musei, Ferrariae Decus e Deputazione di Storia Patria, critiche nei confronti dell’assessore Marco Gulinelli, è stato Vittorio Sgarbi a svelare quale “misteriosa” fondazione era intervenuta per l’acquisto.

Le consigliere Ilaria Baraldi e Roberta Fusari chiedono a Gulinelli e al sindaco Alan Fabbri “per quale motivo il Comune, dopo aver concordato un processo virtuoso di collaborazione e concorso, anche economico, con le associazioni ferraresi all’acquisto dei disegni del Ghedini abbia poi, e in assoluto silenzio, proceduto diversamente, ossia coinvolgendo una fondazione privata (non ‘una’ fondazione, ma la solita Fondazione della famiglia del Presidente di Ferrara Arte, Vittorio Sgarbi)”.

Le interroganti chiedono in particolare “come sia stata individuata la Fondazione in oggetto: forse con una manifestazione di interessa pubblico? Che tipo di accordo intercorra tra il Comune e la Fondazione per il prestito e l’esposizione dei disegni del Ghedini; se l’accordo sia scritto (nel qual caso si richiede di allegarlo) o solo verbale e che vincoli, oneri e termini preveda”.

Ancora, Baraldi e Fusari, chiedono ai due amministratori, “se ritengono che sia rispettata l’autonomia della pubblica amministrazione negli indirizzi culturali e se ritengono che l’assessore Gulinelli sia autonomo nelle scelte che opera in nome e per conto dei cittadini rispetto alla influenza del Presidente di Ferrara Arte Vittorio Sgarbi, il quale spazia, senza soluzione di continuità, tra Musei di arte antica e Biblioteca Ariostea, ci risulta non di sua competenza” e, infine, “se ritengono che sia questo il migliore modus operandi per collaborare con le associazioni ferraresi nel rispetto e nella piena applicazione del principio di sussidiarietà ex art. 118 della Costituzione”.

Ieri le associazioni erano intervenute nuovamente per criticare anche la soluzione scelta per il posizionamento dei taccuini, quella di Palazzo Schifanoia.

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