Procede ormai verso la conclusione il processo sul presunto ‘racket della sabbia’ ai lidi che vede due persone imputate per estorsione ai danni di due imprenditori (padre e figlio) rei, secondo la tesi accusatoria, di fare prezzi troppo bassi per i servizi di pulizia delle spiagge.
Proprio gli imputati – Natalino Buzzi (difeso dall’avvocato Andrea Zamperlin) e un imprenditore del ramo, Claudio Stella (difeso dall’avvocato Massimo Bissi) – hanno scelto nell’udienza di giovedì di non sottoporsi all’esame, verranno però acquisiti i verbali degli interrogatori resi al pubblico ministero Ciro Alberto Savino.
Secondo l’accusa, lo ricordiamo, Stella avrebbe suggerito la necessità di “regolarizzare” i prezzi per la pulizia delle spiagge praticati dalle vittime e di fare affidamento in Buzzi per la giusta protezione e non subire danni ai mezzi necessari per il lavoro (come la rottura dei finestrini o la fusione di un motore per via di un mix di sabbia e combustibile).
A sfilare davanti al collegio giudicante sono stati però sei testimoni: due per la parti civili (assistite dall’avvocato Denis Lovison), due per Buzzi e due per Stella. Tra questi anche i presidenti del Consorzio Lido delle Nazioni (Gianni Nonnato) e di AsBalneari Scacchi-Pomposa-Nazioni (Nicola Bocchimpani) che, in estrema sintesi, hanno riferito di non aver subito pressioni dagli imputati e di non aver saputo dai loro associati di storie simili.
Alla prossima udienza, che sarà interlocutoria, verrà fatta una sorta di ricognizione su alcuni atti del procedimento – ad esempio delle trascrizioni non complete effettuate dai carabinieri su un colloquio registrato da una delle vittime con il suo (presunto) estorsore – e poi il 7 luglio si aprirà la fase della discussione con arringa del Pm e requisitorie delle parti.
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