Si è schiantato sui prati di Palmirano, a poche centinaia di metri dall'ospedale di Cona, un ultraleggero guidato da un uomo di 66 anni. La chiamata ai vigili del fuoco e alla Polizia di Stato è arrivata intorno alle 11.45. A dare l'allarme sono stati alcuni automobilisti di passaggio
Storica decisione a tutela delle famiglie omogenitoriali. Gli avvocati: "Sentenza che riafferma il diritto dei bambini a vedersi riconosciuta la propria identità familiare senza discriminazioni"
A seguito del lancio dell’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Ferrara su falsi embrioni e procurato aborto, l’Azienda Usl di Ferrara ha annunciato che ha disposto in via precauzionale la sospensione temporanea dell’attività del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita (Pma) dell’ospedale del Delta, a Lagosanto
Un'indagine della Guardia di Finanza di Ferrara ha colpito il centro di Procreazione medicalmente assistita (Pma) dell'ospedale del Delta. Sei le persone indagate dalla Procura per false attestazioni, linee guida disattese e documentazione di impianti embrionali mai effettuati. Il responsabile è accusato anche di aver provocato un aborto ingannando la paziente
Confronto continuo e dialogo per far proseguire l'attività dell'hub. È quanto - nella mattinata di venerdì 7 novembre - Cristiano Bertarelli, sindaco di Lagosanto, ha chiesto alla dottoressa Nicoletta Natalini, direttrice generale dell'Ausl di Ferrara
José Peverati premiato al concorso Mario Roffi
Cari amici del dialetto, una brutta notizia: in questi giorni, Iosè Peverati ci ha lasciati.
Iosè ha scritto centinaia di cose in versi: poesie serie, ironiche, “zirudèle”, favole, filastrocche. Ha tradotto in ferrarese opere di svariati grandi autori.
Ha lavorato e collaborato con Romano Baioini, Floriana Guidetti e altri, per la pubblicazione di un grande Vocabolario del Dialetto Ferrarese. Fu il primo storico presidente de “Al tréb dal Tridèl” (il prestigioso Cenacolo del dialetto ferrarese).
Stimato e amato nella sua Portomaggiore, dove abitava da sempre con l’adorata moglie Anna. Aveva scritto “zirudèle”, racconti e altro d’ironico, con grande maestria. Ottenne numerosi premi letterari. Nacque a Modena, da genitori ferraresi (ma per caso, si sentì sempre legato alla “sua” Portomaggiore) il 6 marzo 1927.
Si laureò a Bologna in medicina e si specializzò in pediatria. “A j’ér al dutór dì putìƞ”, diceva con gioia entusiasmo. Esercitò tale nobile professione in Portomaggiore, pare con tanta riconoscenza da parte della gente.
Per ricordarlo, vi propongo una sua magnifica poesia:“Am druvèv stasìra”? Tratta dall’antologia dei poeti de “Al tréb dal Tridèl”: “Par Fràra col dialèt” del 1998, voluta da dal maestro Dino Tebaldi. Lirica “di testimonianza” stupenda nel suo significato conciso.
Vi sono concetti gergali poco conosciuti: “druvèv”? nel senso di “mi usate per far l’amore”. Immagine realisticamente amara di come era considerata la donna nel secolo scorso. “Ill burdigàva”, nel senso di “lavoravano allo stremo”. “Am métia i mudandùƞ o la camìśa”? Mi copro (vesto), così potrò dormire? L’uomo decideva se “usarla”. Di quel corpo poteva decidere che farne, utilizzarlo sessualmente o no, l’opinione della moglie, che fosse stanca, che desiderasse lei di fare l’amore a lui non importava.
Per tanti uomini (non tutti per fortuna), la donna era macchina da lavoro, sesso e compagnia. Peverati volle, in tal modo, testimoniare e far ricordare la condizione di vita della donna; in fin dei conti solo pochi decenni fa. Addio Iosè e grazie di tutto.
AM DRUVÈV STASÌRA ?
(Di Iosè Peverati).
Uƞ témp quand ill filàva, ill nostri nònn,
ill tséva lùƞghi tél, ill ricamava
laƞzó e sugamànìƞ e po’ j’urnàva
con l’órl a gióran, tut ch’iill bràvi dònn…
Ill burdigàva fiƞ ch’ill jéra bòn…
Quànt iƞcumbénz e quànt lavór ill fàva.
Aƞch s’ill jéra stufi, mai il s’ lamaƞtàva,
às purtànt dlà famié, trav e colonn…
E quànd d’aƞdàr a lét a gnéva l’óra
la dmàƞda pr’al so’ òm l’éra precisa,
ma uƞ póch cuƞfùśa tut ill vòlt iƞcóra,
sémpliz ufèrta ad spóśa ch’la suspìra:
“Am métja i mudaƞdùƞ e la camìśa
o gh’iv digl’idèi ad gnìram adré, stasira ?
(Traduzione). MI VOLETE STASERA ?
Ai tempi in cui filavano le nonne / tessevano lunghe tele, ricamavano / lenzuola ed asciugamani e li adornavano / con l’orlo a giorno, le solerti donne. / Si impegnavano fino all’impossibile / e per troppe incombenze si industriavano. / Se stanche morte, non si lamentavano / travi portanti e solide colonne … / Quando giungeva l’ora del riposo / a bassa voce e tanta discrezione / pudica era la solita sincera / e semplice domanda per lo sposo: / “Indosso le mutande e il camicione? / Quali intenzioni avete questa sera?”
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