Cronaca
19 Gennaio 2021
Il ricorso della difesa giudicato inammissibile. Lara Mazzoni condannata in via definitiva a 12 anni

Omicidio Barioni. La Cassazione conferma: fu omicidio volontario

Lara Mazzoni
di Redazione | 3 min

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Lara Mazzoni

Lara Mazzoni

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della difesa e la condanna per omicidio volontario a carico di Lara Mazzoni è ora definitiva.

Lara Mazzoni, 46 anni, il 4 giugno del 2017 uccise con una coltellata il compagno 39enne Mirko Barioni in seguito all’ennesimo litigio domestico.

In quella drammatica notte il litigio tra Mazzoni e il compagno scoppiò mentre tornavano nella loro abitazione ad Ambrogio in automobile, dopo una serata ai Lidi. La famiglia (Barioni, Lara Mazzoni, la loro figlia di 3 anni e la figlia di 15 di lei, con il suo fidanzato) erano andati a vedere in un locale la finale di Champions League.

A un certo punto, a gara in corso, la donna andò via con la bambina piccola, in un bar, perché infastidita dal comportamento del compagno. Al suo ritorno vide che il compagno era offuscato dall’alcol e litigioso come altre volte gli era capitato quando beveva. Così si mise lei alla guida.

Un tragitto infernale, dirà in seguito l’imputata, con lui che la offendeva pesantemente. Una lite talmente accesa che la piccola si svegliò e si mise a piangere. Esasperata, Mazzoni colpì Barioni con alcuni schiaffi alla testa, ricevendo in cambio altre offese, minacce di morte al suo indirizzo e a quello dei suoi familiari e la promessa di portarle via la bimba piccola.

Arrivati a casa la lite continuò, con Barioni che rispose con dei colpi a quelli della compagna. A questo punto Mazzoni invitò la 15enne a scendere dall’auto e portare via la sorellina.

Fuori rimasero solo la coppia e il fidanzatino della ragazza. Dopo poco la giovane si affacciò sul pianerottolo e vide la madre rincorrere Barioni, per poi colpirlo con qualcosa. Era il coltello da cucina, tre coltellate alla schiena, una delle quali trapassò un polmone e l’aorta femorale.

Fu il fidanzato a sfilare l’arma dalle mani della Mazzoni e poi provare a soccorrere Barioni, senza successo.

Lara Mazzoni venne condannata in primo grado a 16 anni in rito abbreviato, ridotti a 12 in appello.

La difesa, sostenuta dall’avvocato Fabio Anselmo, aveva fatto ricorso in cassazione, chiedendo il riconoscimento dell’omicidio preterintenzionale, l’esclusione dell’aggravante della minorata difesa (Barioni era sotto l’effetto dell’alcol quando fu ucciso) e la concessione dell’attenuante della provocazione.

I giudici hanno respinto tutti i motivi rendendo la sentenza di secondo grado definitiva. “Siamo dispiaciuti per questo esito – commenta Anselmo -, abbiamo fatto tutto il possibile per aiutare Lara e ora faremo in modo che possa trascorrere in carcere il minor tempo possibile, continuando nel percorso di recupero che sta già portando avanti in maniera eccellente”.

Mazzoni è stata condannata anche al pagamento di 3mila euro a favore della cassa delle ammende e al pagamento delle spese processuali della parte civile. Parte civile assistita dall’avvocato Eugenio Gallerani, che rivendica il fatto di aver “sempre sostenuto che si trattasse di omicidio volontario e che ci fossero tutti gli elementi per confermarlo, fatto sempre contestato dalla difesa, e oggi dopo tre gradi di giudizio questa sentenza definitiva lo prova”.

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