Faccio il sovversivo 2.0
26 Novembre 2020

Saluti a pugno chiuso al Compagno Maradona

di Faccio | 2 min

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L’ennesima vertenza, l’ennesima lotta, sempre contro il profitto e contro il capitale

Che la classe operaia abbia una crisi esistenziale non lo dico io, è un dato di fatto. Basti pensare che per la vertenza del 2013, quando ancora i social non invadevano le nostre menti come adesso, una sera mi alzai da tavola per andare in una sede di partito a pochi passi da casa, presi la parola e dissi  che la nostra BERCO stava per affondare e che, secondo me, il pericolo di scontri sociali tra di noi era molto vicino

Avete mai provato?

Avete mai provato ad uscire di casa alle 22,00 e fare ritorno alle 6,00 della mattina dopo e non per fare serata, ma per andare al lavoro? Avete mai provato a partire di casa quando sta per cominciare un evento serale che vi interessa? Avete mai provato ad andare...

Noi siamo la Berco

Sono giorni molto intensi quelli che stiamo affrontando in fabbrica, il clima non è per niente buono e non si lavora affatto bene, anche se la speranza che tutto si sistemi è sempre tra di noi: stiamo uniti, non dobbiamo fare l’errore di dividerci, tutti insieme per un unico scopo, cioè salvare l’occupazione e riportare Berco dove era un tempo

El pibe de oro, Diego Armando Maradona, ha terminato la sua vita terrena.
L’ho sempre amato, fin dal 1982 quando cominciai a capire di calcio.
Maradona o Pelè?
Maradona per sempre.
Maradona o Zico?
Con tutto il rispetto per Arthur Antunes Coimbra, io ero con Diego fin da subito.
Ciao Diego Armando, ti ho sempre difeso da tutte le critiche.
Io, tifoso dell’Internazionale Milano… quante volte ci hai fatto “soffrire”.
Soffrivo, sì, ma vedevo che eri un grande giocatore di calcio, la tua grandezza era più forte del mio essere dispiaciuto.
Hai avuto problemi con la cocaina, lo so, ti ascoltavo quando nelle interviste lo dicevi, però quando entravi in campo eri tu, in campo c’era Maradona, non un uomo sotto l’effetto di droghe. In quei 90 minuti vincevi, anche se per poco, persino la tua dipendenza.
Quanto mi piaceva vederti ballare il tango con il pallone, che pareva incollato ai tuoi piedi, al tuo sinistro.
Ricordo di aver visto in diretta quello che per me e per molti è il goal più bello della storia, nei mondiali del Mexico 1986: contro l’Inghilterra partisti da centrocampo per poi scartare anche il portiere e metterla in porta.
Cosa importa, poi che nella stessa partita sia stato realizzato conche il celeberrimo goal di mano, quella “mano de Dios” che diede tanto scandalo?
Mi dispiace che tu non ti sia goduto le tue bambine o la tua famiglia, sempre per quella maledetta cocaina.
Eri nato dal nulla, in una povera famiglia povera, tuo padre faceva il facchino e tua madre, la sera, ti faceva salire sulla schiena del tuo papà, dicendoti che era per fargli un massaggio.
Ciao Diego amico di Fidel, affascinato da Ernesto Che Guevara, saluti con il pugno chiuso, a te, Argentino, per Cuba e per tutta l’America Latina.

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