Attualità
18 Ottobre 2020
Al seminario per la Festa della Legalità si fa luce sugli impatti economici e sociali al tempo del coronavirus

Con l’emergenza Covid aumenta la povertà e cresce il terreno fertile per le mafie

avviso pubblico prefetto ferrara
di Redazione | 4 min

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avviso pubblico prefetto ferraradi Cecilia Gallotta

C’è un costante segno meno nei grafici che riguardano quasi ogni settore del bilancio economico ed imprenditoriale ferrarese di questo drammatico anno, nonché – ovviamente – regionale, nazionale e mondiale. Un aspetto, quello economico, da cui partono tantissime riflessioni e considerazioni, al centro del seminario che sabato mattina – presso il Consorzio Factory Grisù – ha posto l’accento sull’ ‘illegalità e criminalità organizzata al tempo del coronavirus e l’impatto economico su cittadini e imprese’, come suggerisce il titolo, inserendosi nell’ambito della Festa della della Legalità e Responsabilità organizzato dal Comune di Ferrara.

L’incremento dei ‘nuovi poveri’, stando al rapporto Caritas, illustrato dal prefetto Michele Campanaro, è salito dal 31 al 45% rispetto al periodo maggio-settembre 2019: “Ciò vuol dire che quasi una persona su 2 ha fatto ricorso agli sportelli Caritas” per la prima volta, constata il prefetto, precisando come la maggior parte siano famiglie italiane, con un inevitabile picco di incremento dei commercianti e dei lavoratori autonomi.

Uno scenario che fin dai primi mesi di pandemia è andato ben oltre l’emergenza esclusivamente sanitaria, estendendola ad emergenza economica e sociale: “Una spirale in cui siamo ancora dentro” come afferma il prefetto, dal momento che l’uscita ‘formale’ dal lockdown del 4 maggio non è stata esattamente sinonimo di ripartenza.

A toccare con mano chi questa situazione la vive tutti i giorni è il fondatore della comunità Emmaus di Ferrara Gianni Belletti, che riporta come le “circa 500 persone al giorno che si rivolgono a noi, vivano con una media di 1 euro e mezzo al giorno”. Un dato che col Covid ha avuto (e probabilmente avrà) incremento a livello mondiale.

Se da un lato i settori manifatturiero, dell’export e del turismo hanno avuto una debacle che passerà tristemente ai libri di storia (calo rispettivamente del 22, 26 e 53% solo a Ferrara, come illustrato da Andrea Migliari della Camera di Commercio), le imprese digitali sono – come prevedibile – le uniche a resistere, per non parlare dei colossi dell’e-commerce.

“Un accentramento assurdo del patrimonio mondiale – come fa notare Belletti -: basti pensare che se Amazon regalasse centinaia di migliaia di euro ad ognuno dei suoi 186mila dipendenti, il suo patrimonio (attualmente di 11 miliardi e mezzo) resterebbe pressoché invariato”. Tutte constatazioni che non fanno altro che “aumentare il malessere, la vulnerabilità e la frustrazione della società”, che durante questa pandemia ha allargato la forbice delle persone che hanno dovuto improvvisamente fare i conti a fine mese.

“Per le prefetture si è trattato di decisioni estremamente delicate a proposito di legalità e responsabilità – illustra – poiché durante il lockdown era possibile, sulla base di una richiesta o comunicazione scritta da parte delle diverse filiere produttive, che si valutasse se queste rientravano nella cosiddette categorie di prima necessità, e che quindi si sancisse il ‘permesso’ a proseguire l’attività: tolto il settore agricolo, sul quale ci sono stati pochi dubbi, per tutti gli altri settori è stato estremamente difficile dare la possibilità di richiesta a tutti, poiché a Ferrara avremmo avuto un potenziale bacino di 40mila richieste, pressoché impossibili da gestire e valutare con una certa adeguatezza e celerità. Nonostante ciò siamo riusciti a gestire 2245 richieste arrivate, di cui 50 si sono tradotte in sospensione dell’attività, mentre le restanti hanno potuto proseguire”.

Un’attività della Prefettura che si è affiancata a quella dei controlli, ben 117.905 dall’11 marzo ad oggi, di cui 41.962 solo nei primi due mesi, e di cui 2457 con sanzioni amministrative. Numeri che “non hanno precedenti”, ma che purtroppo, nonostante tutto, non devono “far sentire tranquillo nessuno” come ribadiscono sia il prefetto che il giornalista e direttore di Avviso Pubblico Pierpaolo Romani: “Se la storia ci insegna qualcosa – infatti – le situazioni emergenziali come quella che stiamo vivendo, sono il terreno fertile per le mafie, per le quali il momento di difficoltà, si può tramutare in opportunità”.

Non è un caso che siano aumentate anche le segnalazioni di operazioni finanziarie sospette e delle interdittive antimafia: fino a prova contraria, il controllo diretto e indiretto sulle attività economiche, come recita l’articolo 416-bis, rientra pienamente nell’associazione di tipo mafioso. Un fenomeno, quello della criminalità organizzata, che sicuramente affonda le sue radici nella stessa vulnerabilità e malessere sociale di cui parlava Belletti. “La guardia deve restare alta, quindi”: un monito che va esteso senza dubbio agli aspetti economici e sociali del periodo che stiamo vivendo.

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