Politica
8 Luglio 2020
I segretari regionale e provinciale s'interrogano sui reali risultati e sull'efficacia delle operazioni della Polizia

Dubbi di Rifondazione sul blitz al Grattacielo

di Redazione | 3 min

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“Come Rifondazione Comunista auspichiamo una definitiva risoluzione del problema criminalità, nella sua effettiva “portata”, anche per una maggiore serenità di tutti i residenti della zona, ma non riteniamo efficaci e sufficienti estemporanee azioni repressive eccessivamente scenografiche non ascrivibili all’interno di una progettualità rieducativa preventiva e di una riqualificazione urbana della zona”.

È il pensiero di Stefania Soriani e Stefano Lugli, segretati provinciale e regionale di Rifondazione comunista che prende spunto dal blitz della Polizia in Grattacielo che ha visto coinvolti circa 200 agenti che “ha condotto al fermo di alcune persone, alla sospensione per alcune settimane di attività commerciali e alla requisizione di esigui quantitativi di stupefacenti”.

“Storicamente i comunisti sono stati la forza politica, che con maggior determinazione lottava e lotta contro la mafia e la criminalità organizzata, in un’azione sinergica tra etica e politica, e spesso coloro che si sono impegnati a sconfiggerla in prima fila hanno pagato con la vita il loro impegno”, ricordano i Lugli e Soriani che si chiedono anche se le “ripetute azioni di controllo da parte della Polizia” siano da considerare “una condivisibile e giustificata azione di eliminazione e sfruttamento alla radice, di spaccio, criminalità, e prostituzione”, oppure “un’operazione di marketing, che ha avuto come massimo esito lo spettacolare blitz del 25 giugno, che peraltro ha ricevuto il plauso di sindaco e vicesindaco?”

I due esponenti di Rifondazione ritengono che tutto ciò abbia “consolidato il racconto, spesso esterno, di una città come Ferrara descritta più volte come sotto il giogo della criminalità (ad esempio in Striscia la Notizia)”, mentre “noi al contrario riteniamo che la nostra città non sia così in pericolo come i media locali o nazionali ci vogliono mostrare, ma sia vittima di una costruita narrazione non rispondente alla realtà dei fatti. Inoltre – chiedono ancora – sono state catturate le vere “menti” della malvivenza locale, oppure sono stati semplicemente presi i soliti “pesci piccoli”, e lo spaccio è stato eliminato, o solo delocalizzato, anche solo temporaneamente? Noi pensiamo che finché ci sarà domanda non cesserà l’offerta, quando anche i diversi tentativi di legalizzazione di alcune droghe leggere sono da sempre osteggiati da ottusi pregiudizi”.

“Queste operazioni in forme così plateali ed onerose sembrano essere più finalizzate ad impressionare l’opinione pubblica che ad incidere nella lotta alla criminalità – affermano ancora Soriani e Lugli -. Soluzioni più efficaci, a nostro avviso sono anche implementare le attività di incontro per fare comunità come: le biblioteche, i corsi linguistici, il cinema, il teatro, la musica, l’illuminazione. Modalità sociali efficaci a perseguire sia una maggior vivibilità nei quartieri che un’aggregazione sociale consapevole, di tutti coloro che sono residenti e che spesso vengono abbandonati o relegati a povertà ed emarginazione; una risorsa e un’occasione per condividere bisogni ed esperienze, dove la collaborazione ed il supporto reciproco possano essere un aiuto concreto nella quotidianità”.

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