La Serenissima, la società che gestisce la mensa dell’ospedale Sant’Anna di Cona, non ha accettato la proposta di anticipare in busta paga ai suoi dipendenti il Fondo d’integrazione salariale, previsto per l’emergenza Covid-19 con il decreto Rilancio.

A comunicarlo, dopo l’incontro del 10 giugno, sono i sindacati di categoria, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil: “Come già per la precedente procedura, Serenissima, colpevolmente, non si vuole rendere disponibile a dare seguito alle richieste del sindacato rispetto all’anticipo del Fis in busta paga – attaccano le organizzazioni sindacali – come invece hanno fatto le altre grandi aziende della ristorazione presenti sul territorio, andando ad aggravare una situazione che per le lavoratrici e i lavoratori era già insostenibile e lo sarà maggiormente con gli ammortizzatori sociali ulteriormente richiesti”.

La questione ruota attorno alle cinque settimane di proroga del Fis per garantire la copertura per i mesi estivi.

“Va sottolineato che Serenissima non è in difficoltà economica – rimarcano le sigle di categoria di Cgil, Cisl e Uil – ma un’azienda che si è semplicemente sottratta alle proprie responsabilità sociali d’impresa, operando scelte per fronteggiare l’emergenza Covid-19 che ne hanno scaricato l’onere sui propri dipendenti. Nei prossimi giorni chiederemo incontro ufficiale all’azienda per chiedere e quindi poter dare certezza alle lavoratrici almeno, relativamente alla conferma del periodo feriale estivo oltre che richiedere un confronto sull’utilizzo dell’ammortizzatore sociale, che in assenza di accordo viene gestito in maniera unilaterale dall’azienda senza effettuare, a parità di mansione, un’equa rotazione fra il personale coinvolto”.