Nail artist abusiva scoperta dalla Guardia di Finanza di Ferrara. L”artista delle unghie’ aveva allestito in casa sua un vero e proprio laboratorio attrezzato dove esercitava l’attività completamente in nero e senza autorizzazioni, ricevendo le clienti su appuntamento tramite social network, dai quali è partita l’indagine delle Fiamme Gialle.
I finanzieri del Comando Provinciale di Ferrara, nell’ambito dei servizi volti all’individuazione di soggetti economici sconosciuti al fisco, hanno infatti individuato l’evasore monitorando la sua operatività su Instagram e Facebook, dove pubblicizzava, da circa tre anni, le proprie prestazioni di ricostruzione, decorazione e applicazione di unghie artificiali.
In questo modo i clienti potevano mettersi in contatto con la donna, titolare dell’attività abusiva, e prendere gli appuntamenti come in un qualsiasi esercizio commerciale regolarmente avviato dove vengono erogati i più svariati servizi di cura alla persona.
Quando i finanzieri si sono presentati presso il suo domicilio, hanno trovato un vero e proprio laboratorio attrezzato, dotato di tutto il necessario all’attività: un tavolo con aspiratore, fornetti e materiale di consumo, protesi di unghie, smalti, gel e via dicendo.
Effettuati i primi riscontri, è subito emerso che la donna non solo era sconosciuta al fisco ma, pur avendo frequentato uno specifico corso professionale per la ricostruzione delle unghie, non aveva mai conseguito il preventivo diploma di estetista e, conseguentemente, non era iscritta nell’apposito Albo delle Imprese Artigiane istituito presso la Camera di Commercio. Infatti, sebbene l’esercizio di tale attività sia ancora sprovvista di una specifica normativa su base nazionale, allo stato la stessa viene assimilata, di fatto, a quella di estetista.
Al termine degli accertamenti è stato ricostruito il volume d’affari conseguito dalla nail artist, e i redditi non dichiarati, per alcune decine di migliaia di euro, sono stati segnalati ai competenti Uffici Finanziari. Un’ulteriore segnalazione è stata inviata alla locale Camera di Commercio (albo imprese artigiane) e agli enti competenti al rilascio delle autorizzazioni all’esercizio di attività commerciali.
L’intervento si inserisce nel più ampio dispositivo di contrasto ai fenomeni di sommerso d’azienda posto in essere dalla Guardia di Finanza a tutela degli imprenditori che operano nella legalità e forniscono servizi certificati a garanzia della salute dei consumatori.
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