(foto di Alessandro Castaldi)
Seppure in videoconferenza dalla Spagna, lunedì mattina è finalmente comparso anche a Ferrara, per la prima volta dagli omicidi per i quali è tristemente noto, in un’udienza pubblica, il fantasma Norbert Feher, alias ‘Igor Vaclavic’.
Davanti al collegio presieduto dal giudice Vartan Giacomelli (a latere Andrea Migliorelli e Alessandra Martinelli), Feher appare educato, rispettoso, mite perfino, sempre in pieno controllo. Un’immagine che è in netto contrasto con la sua fama, con la freddezza e la violenza del killer. In attesa che venga sentito dai giudici per l’esame, si è limitato a dire di capire “perfettamente” l’italiano, di concordare con le decisioni del suo avvocato e precisare di essere stato trasferito dal carcere di Zuera a quello di Teixeiro in Galizia.
Feher lunedì è stato condannato in Spagna a 21 anni di reclusione dal tribunale provinciale di Teruel per il tentato omicidio di due persone, un agricoltore e un fabbro, avvenuto il 5 dicembre 2017 ad Albalate del Arzobispo (Aragona) quando era in fuga.
A Ferrara è imputato per diverse rapine molto violente compiute nell’estate del 2015 insieme a Ivan Pajdek e Patrik Ruszo, questi ultimi due già condannati in via definitiva: la prima a casa di Alessandro Colombani il 26 luglio 2015, a Villanova di Denore. Qualche giorno dopo, il 30 luglio, colpirono a Mesola in casa della 93enne Emma Santi che venne imbavagliata e legata al letto con ai polsi fascette elettriche per quasi due giorni prima di essere soccorsa dal figlio. Poi, ancora, il 5 agosto, a Coronella nella casa di Cristina e Giulio Bertelli, figlia e padre, lui invalido di 86 anni, in balia della banda per cinque ore: per questa rapina Pajdek è stato accusato anche di violenza sessuale per aver palpato la donna.
Qualche problema di collegamento e, soprattutto, di comprensione tra Ferrara e la Spagna – risolto con l’intervento di un’impiegata addetta alla registrazione che per fortuna parla un po’ di spagnolo – ha fatto slittare l’inizio dell’udienza di circa un’ora. Poca roba se si pensa ai due anni che si sono dovuti attendere per iniziare di fatto il processo.
Il killer serbo, già condannato in primo grado in abbreviato per gli omicidi di Davide Fabbri e Valerio Verri – ha anche cambiato difensore, nominando di fiducia l’avvocato Gianluca Belluomini (che già lo ha seguito per il processo a Bologna insieme al collega Cesare Pacitti) al posto di quello assegnatogli d’ufficio, Cristian Altieri.
In udienza anche Alessandro Colombani (rappresentato in giudizio dall’avvocato Andrea Bulgarelli), l’unica vittima di quelle rapine a essere sopravvissuta e che testimonierà nel corso della prossima udienza.
Feher è stato indicato da Pajdek e Ruszo come complice di quelle rapine, mentre il killer serbo ha sempre sostenuto di non avervi mai partecipato: “Nel processo Fabbri ha già detto che si è trattata di una ritorsione per degli screzi che avevano avuto in passato”, afferma l’avvocato Belluomini. Sarà fondamentale, dunque, il confronto tra i due da una parte e Igor dall’altra.
Si ritorna in aula già il 5 febbraio per sentire Colombani, la cui testimonianza sarà fondamentale per attribuire anche a Feher la responsabilità del colpo in casa sua, mentre la difesa, che per ovvi motivi ancora non ha avuto visione dell’intero fascicolo, deciderà se accordare o meno l’acquisizione al fascicolo del dibattimento alcuni atti d’indagine, senza necessità di sentire i testimoni in udienza. La difesa sta anche valutando di chiedere una perizia psichiatrica.
Tra i testimoni eventuali vi saranno carabinieri e poliziotti che hanno svolto le indagini nei diversi casi e il genetista Matteo Fabbri che esaminato i campioni di Dna ritrovati sui luoghi del delitto.
Altre due udienze sono già state fissate per il 13 marzo e il 1° aprile.
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