Politica
20 Dicembre 2019
Continua il confronto tra assistenti sociali e consiglio che soprattutto da parte della maggioranza fa filtrare, pur molto diplomaticamente, i propri dubbi

Affidi minori, l’Asp risponde alla commissione: “Tempi lunghi? Dovuti a tribunali e servizi sanitari”

di Ruggero Veronese | 3 min

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“La questione del sovraccarico di casi per gli assistenti sociali non è una scusa per dire che si lavora con approssimazione, ma serve a spiegare come mai in certi casi non è possibile accorgersi di certi problemi prima che esplodano. Più si restringono i tempi e più siamo costrette a rinunciare alla parte di lavoro dedicata alle relazioni”. A due settimane dalla sua relazione di fronte alla commissione consiliare d’indagine sugli affidi di minori a Ferrara, la responsabile del Servizio Minori dell’Asp Angela Mambelli torna sul punto che aveva sollevato più attenzione, ovvero le circa dieci ore all’anno che in media le assistenti sociali ferraresi (14 per 1.503 minori nel 2018) possono dedicare ai singoli casi.

Un dato che ha sollevato qualche perplessità in particolare nei consiglieri comunali di maggioranza come la presidente della commissione Catia Pignatti (Lega), Francesca Savini (Lega) e Federico Soffritti (FdI), che chiedono a Mambelli, affiancata dall’assistente sociale Silvia Bonsi e dalla coordinatrice dell’Area Tutela Nadia Tarroni, se i tempi ristretti possono in qualche modo pesare sull’attenzione dedicata alle famiglie o allungare i tempi delle procedure di affido, a scapito del rapporto da risanare tra i minori e le loro famiglie.

Le dipendenti Asp a questo proposito affermano che le ore a disposizione degli assistenti sociali non pesano su alcune forme di servizio, come gli incontri protetti che vengono svolti anche con personale esterno convenzionato, e che quando i tempi si allungano è per motivi esterni all’Asp: “Le criticità per i tempi degli interventi – afferma Mambelli – sono legate anche a un problema di risorse del servizio sanitario, perché il servizio sociale da solo non decide nulla ed è necessario un lavoro integrato che è prevalentemente in capo agli organi sanitari. Quando questo non è possibile a volte i tempi si allungano e questo diminuisce la possibilità di lavorare per un rientro”. In altri casi le “lungaggini” possono essere invece dovute ai tempi dei tribunali, che dopo aver ricevuto gli atti giudiziari dai servizi sociali tramite le procure “a volte ci possono mettere settimane, a volte anche mesi” per formulare i propri giudizi.

Parliamo comunque, è bene specificare, di una manciata di casi molto complessi e che andrebbero valutati nella loro singolarità, cosa ovviamente impossibile su queste pagine per il rispetto e la privacy verso le persone coinvolte. Mambelli in ogni caso ricorda che gli affidamenti decisi dal servizio sociale attraverso l’articolo 403 del codice civile nell’ultimo anno sono stati cinque, di cui uno su richiesta diretta della madre di un adolescente e due per assoluta mancanza di alternative, trattandosi di neonati abbandonati dopo il parto. A questo proposito Soffritti chiede di visionare durante le prossime sedute un report storico con i dati degli ultimi 10 anni.

Una richiesta che di per sé rappresenta un po’ il tema portante di questa commissione di indagine, che si sta sviluppando come un confronto cauto ed educato, ma con una piccola punta di diffidenza, tra Asp e una parte di consiglio comunale. Con i rappresentanti dell’azienda pubblica a spiegare norme, prassi e responsabilità del servizio sociale e i consiglieri soprattutto di maggioranza che (pur molto diplomaticamente) fanno filtrare qualche evidente dubbio sull’efficacia di alcune procedure, guardando in particolare a quei casi che dopo essersi trascinati anche per anni si sono conclusi con il distacco definitivo tra minori e famiglie. La parola ‘Bibbiano’ resta un tabù durante tutti gli incontri della commissione, ma forse il quesito che i consiglieri vorrebbero rivolgere all’Asp è semplicemente uno: come garantire – a livello sia legale che pratico – che a Ferrara non sia accaduto e non accada quello che è emerso nel reggiano? Al di là di tutta l’ovvia, giusta e comprensibile diplomazia, se esiste questa commissione è fondamentalmente per rispondere a questa domanda.

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