Politica
8 Ottobre 2019
Gli sconti alle utenze non domestiche saranno una misura 'una tantum': se ripetuta, rischierebbe di incoraggiare i 'furbetti'

Rifiuti. Sconti alle imprese che sforano, ma solo per quest’anno. Balboni: “Nel 2020 correggeremo i regolamenti”

di Ruggero Veronese | 3 min

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“Per una città che sappia guardare lontano”, questo lo slogan della lista civica Ferrara Futura del candidato sindaco Daniele Botti, che spicca in mezzo alle bancarelle di cibo della tradizione ferrarese in un fucsia sgargiante. A raccogliere le firme e spiegare ai passanti il programma elettorale i candidati della lista e Botti in compagnia del deputato di Italia Viva Luigi Marattin

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I Civici intervengono su una città che invecchia e con i giovani troppo spesso costretti a emigrare. "Lo stesso 'Patto per il lavoro e per il clima - Focus Ferrara' sottoscritto nel 2021 dalle istituzioni e parti sociali ferraresi riconosce la crisi demografica, insieme all’emergenza climatica, come il principale problema da affrontare e individua gli interventi per affrontarla, ma è rimasto lettera morta"

Se dopo il passaggio da Tari a tariffa puntuale quasi il 15% delle utenze non domestiche ha visto innalzarsi i costi per la raccolta dei rifiuti, potrebbe significare che per alcuni tipi di imprese la transizione al nuovo sistema rappresenta una difficoltà diffusa e da non sottovalutare. Inoltrandosi nei dati si scopre infatti che mentre per alcuni tipi di attività (come gli uffici o gli ambulatori) i costi sono rimasti sostanzialmente immutati, per altri tipi di utenze (in particolare per attività produttive e artigianali) la situazione è molto diversa e quest’anno circa il 15% delle imprese pagherà più di quanto avveniva con la vecchia Tari, per una somma complessiva di 884mila euro in conguaglio. È sulla base di questa considerazione che, in attesa di rivedere i parametri di tariffazione nel 2020, l’amministrazione di Ferrara ha deciso di contribuire economicamente ai costi extra di 450 utenze non domestiche ferraresi, sobbarcandosi circa 300mila euro dei costi delle loro tariffe puntuali, che verranno recapitate già sgravate.

Un’operazione che – meglio chiarire fin da subito – sembra lasciar campo a un’osservazione immediata, fatta notare anche in conferenza stampa all’assessore all’ambiente Alessandro Balboni e al dirigente del servizio ambiente Alessio Stabellini. Il concetto alla base della tariffazione puntuale è infatti la volontà di premiare i comportamenti virtuosi e penalizzare (economicamente) chi produce più rifiuti, e da questo punto di vista un aiuto economico a chi si ritrova alti conguagli può essere visto come un ‘tradiment0’ del principio chiave di tutto il sistema. Balboni e Stabellini chiariscono però che quella che sarà in vigore quest’anno sarà “una misura una tantum” che si rende necessaria viste le oggettive difficoltà di molte imprese nella transizione alla tariffa puntuale (ad esempio nello scegliere il contenitore più adatto per i conferimenti), aggravata tra l’altro dal fatto che i criteri con cui vengono divise e regolamentate le tipologie di rifiuti risalgono al 2002. “Quindi per evitare altri interventi di questo genere – assicura Balboni – partiremo subito anche con una campagna di informazione e sensibilizzazione per spiegare agli utenti come effettuare al meglio i conferimenti, mentre nel 2020 saranno rivisti i parametri nel regolamento comunale”.

Per evitare il rischio di ‘premiare i furbetti’ Stabellini spiega di aver effettuato uno studio per capire quali tipi di attività sono più colpite dal fenomeno, dividendole in tre gruppi. Gli sgravi sono per le attività che risentono più in negativo della transizione dalla vecchia Tari. Ovvero tra il 10% e il 30% del totale nel caso di magazzini, laboratori, locali pubblici o siti industriali, che si troveranno sconti dal 60% al 40% sui conguagli a seconda del contenitore scelto per i conferimenti (minore è la dimensione, maggiore è lo sgravio). Nella ‘seconda fascia’ rientrano invece scuole, pensioni, uffici pubblici o mense: nel loro caso gli sforamenti superavano il 30% del totale e gli sgravi saranno dal 70% al 50%. L’amministrazione non ha incluso negli sgravi né le tipologie di attività che hanno meno del 10% di sforamenti (“se i casi sono più isolati significa che i rincari sono dovuti con più probabilità a singoli comportamenti scorretti”, spiega Balboni), o ai grandi centri commerciali per scelta politica, dal momento che secondo l’assessore “già ricevono una grande quantità di servizi dedicati”.

Il piano di sgravi messo in piedi dal Comune è stato studiato anche col supporto delle associazioni di categorie Cna, Confesercenti Ferrara, Ascom, Confartigianato, Anc Ferrara, Confindustria Emilia e Coldiretti. Secondo Balboni, sarà ora indispensabile lavorare in prospettiva per correggere le imperfezioni del sistema attualmente in vigore, che soffre ancora di gravi criticità in materia di abbandono dei rifiuti. Dopo il passaggio al sistema delle calotte il costo della raccolta dei rifiuti abbandonati è infatti salita a circa 800mila euro sul bilancio comunale: i 300mila euro investiti negli sgravi alla tariffa puntuale rappresentano quindi secondo l’amministrazione un investimento che potrà portare ad abbattere quei costi di gestione indiretti ma molto pesanti a livello finanziario.

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