Comacchio
14 Settembre 2019
La consigliera di opposizione (La città futura) interroga sindaco e giunta sul futuro iter di concessione dell'intero comparto di Valli e Manifattura

Privatizzazione delle Valli, Carli Ballola: “Siano i comacchiesi a gestire la nostra risorsa primaria”

di Redazione | 3 min

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L’idea dell’associazione per questo ciclo è quella di andare oltre all’abituale versione delle valli come scenografia o elemento accessorio alla città per farle tornare invece protagoniste. Una centralità produttiva, per un’economia auto consistente e dunque che viene realizzata dai residenti di Comacchio e rimane ad arricchire la città stessa, senza perdersi altrove

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Comacchio. “Pensare ad un consorzio di cooperative locali di pescatori che assuma la gestione economica della produzione ittica delle Valli, sotto l’egida di Comune e Parco del Delta Po, progettare un laboratorio di acquacoltura in rapporto con l’Università”.

È su questa proposta che Sandra Carli Ballola, consigliere comunale di opposizione a Comacchio con la lista ‘La città Futura’, imbandisce l’interrogazione a sindaco e giunta lagunari sul tema importante della privatizzazione delle Valli e dell’intero comparto vallivo che ricomprende anche la storica Manifattura dei Marinati, l’Antica Pescheria di piazzetta Trepponti nonché l’organizzazione della Sagra dell’Anguilla e della Festa dei Marinati.

Un ‘pacchetto’ che l’amministrazione comunale, come da deliberazione risalente a maggio 2018, affiderebbe con un contratto di concessione “preferibilmente a gestione unitaria” a privati dei “servizi turistici e commerciali esistenti o di previsione”.

Per Carli Ballola, la soluzione auspicabile sarebbe piuttosto quella di affidare il controllo economico “della risorsa primaria della città ai comacchiesi, senza essere costretti a consegnarsi in mano ai grandi concessionari: per questo ci vuole, da parte di chi ha scelto di amministrare la città, sapienza e lungimiranza” sostiene la consigliera. “Per salvare le tecniche tradizionali della pesca, della lavorazione del pescato, dei mestieri artigianali ad esse legati – aggiunge – occorre ripristinare l’allevamento del pesce e dell’anguilla, osando anche innovare e sperimentare. Così si creerebbe occupazione e cultura, e allora forse si tornerebbe ad abitare a Comacchio.

“Questi sono i settori che possono divenire il volano per l’occupazione, in una città che si sta desertificando, in un territorio che non offre altra opportunità lavorativa che quella legata al turismo. Mentre la Valle è sempre più abbandonata a se stessa, ci appare indispensabile aprire una riflessione sulla situazione del nostro patrimonio naturale, una riflessione e un dibattito pubblico con la città”.

“Un tema di tale importanza – rimprovera Carli Ballola – non è stato considerato degno di un Consiglio comunale specifico, così come richiesto da tutta la minoranza, ma discusso insieme ad altri venti punti all’ordine del giorno. Invano insieme ai consiglieri di Lega e Forza Italia ho richiesto più tempo per approfondire l’argomento e portarlo alla conoscenza pubblica”.

Entrando nel merito della deliberazione, Carli Ballola chiede quindi agli amministratori un bilancio dell’esercizio della pesca in questi ultimi 15 anni, nonchè delucidazioni sull’iter della concessione (bando, criteri di assegnazione ecc.) e un rendiconto pubblico delle privatizzazioni in atto, “cioè della concessione del sistema museale e del sistema turistico delle Valli di Comacchio, di valle Campo, specificando quante spese deve sostenere il Comune e quali sono le entrate”.

“Noi pensiamo – conclude – che quella che si vuole scrivere è una storia già vista: tutte le volte che nella storia le Valli di Comacchio sono state affidate in gestione a privati (gli appaltatori), i comacchiesi non ci hanno mai guadagnato e hanno continuato a far la fame”.

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