Argenta
21 Agosto 2019
Il 23 agosto la cerimonia a 96 anni dall'uccisione del parroco per mano dei fascisti

Argenta ricorda don Minzoni

di Redazione | 2 min

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di Giada Magnani

Novantasei anni fa don Minzoni, la sua idea di libertà e la sua concezione di educazione cristiana dei giovani, caddero sotto i colpi delle mazze fasciste. Erano le 10,30 circa del 23 agosto 1923. Al cineforum parrocchiale era da poco terminata la proiezione del film “I tre moschettieri”.

A quell’ora tornava in canonica, dopo una passeggiata in compagnia dell’amico Bondanelli, rimasto anch’esso ferito, ma che si salvò grazie ad un copricapo in paglia che attutì le violente manganellate. Per don Minzoni invece non ci fu scampo ed esalò l’ultimo respiro la notte stessa.

Da allora come ogni anno, il prete-soldato, medaglia d’argento al valor militare (da cappellano di fanteria, nelle trincee del Monte Zebio, dove è stata poi posta una lapide alla memoria, compì l’eroico gesto del salvataggio di alcuni suoi commilitoni) viene ricordato con una serie di eventi religiosi e civili, che in questa occasione collimano con una messa di suffragio concelebrata all’altare del Duomo alle 18 da don Fulvio Bresciani. Ma anche con veglie di preghiera sulla sua tomba (collocata all’interno della stessa chiesa patronale) che traslata nel 1983 dal cimitero di Ravenna, dove la salma del sacerdote fu sepolta per volere dei famigliari, ora raccolgono, in un’urna adornata in particolare dai foulard degli scout, le sue spoglie mortali.

Già, gli scout appunto: un gruppo di quei giovani esploratori (fondati in Inghilterra ad inizio ‘900 ad opere di Baden Powell, e che don Minzoni per primo costituì in Italia) che, strappati ai sabati balilla, furono la goccia che fece traboccare il vaso nei già difficili rapporti con il regime. E per i quali immolò la propria vita.

Al termine della funzione religiosa una delegazione della giunta municipale, con in testa il sindaco Andrea Baldini, deporrà due corone di fiori e alloro: l’una ai piedi del monumento che sta sul sacrato della basilica; l’altra sarà invece affissa alla lapide posta poco distante, sul luogo cioè del martirio. Nell’occasione sarà possibile visitare il museo a lui dedicati, che espone cimeli, scritti, fotografie ed oggetti sacri. Non mancheranno esponenti dell’associazionismo e delle istituzioni locali, tra cui rappresentanti del centro studi che tra i suoi obiettivi si pone anche quello di intitolare una via a don Minzoni in ogni città d’Italia. Il tutto mentre i fedeli sperano in una beatificazione, la cui pratica è ferma da anni in Vaticano. Al contrario invece di quella riconosciuta da Papa Wojtyla a Padre Popielusko, della parrocchia polacca di San Stanislao a Varsavia, gemellata con Argenta, ucciso da sicari comunisti.

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