Michele Ferrari
Dopo l’annullamento della Cassazione, con rinvio alla corte d’appello di Trento, della sentenza che lo aveva condannato a un anno e mezzo per doping, il nuovo processo ha scagionato da ogni accusa il medico ferrarese Michele Ferrari.
Secondo la procura altoatesina – che prese le mosse da una vasta indagine della procura di Padova – il medico Ferrari prese in carico il figlio di Gottlieb Taschler (ex ct di biathlon ed ex vicepresidente della Federazione mondiale biathlon), su proposta di quest’ultimo, per un ciclo di epo.
Ferrari era stato condannato a 1 anno e 6 mesi di reclusione. Con lui erano stati condannati anche Gottlieb Taschler (1 anno di reclusione) e suo figlio, il biatleta Daniel Taschler (9 mesi).
Questo sulla base della convinzione che l’alteta, 30 anni, in vista dei Mondiali di biathlon della stagione 2010-2011 fece ripetutamente uso di microdosi di epo, assumendo farmaci e sottoponendosi a pratiche mediche non richieste da problemi di salute. Questo allo scopo di migliorare le proprie prestazioni sportive. Gottlieb Taschler (55 anni, ex azzurro campione olimpico e mondiale), avrebbe concorso al reato aiutando il figlio nell’assunzione di farmaci e nelle pratiche dopanti tenendo i rapporti con Ferrari.
Il dottor Ferrari, che si è sempre difeso sostenendo che curava l’atleta per problemi di salute, avrebbe agevolato il doping indicando la posologia dei farmaci e il modo di conservazione.
I fatti contestati risalivano al 2010 e 2011, ad Anterselva, in provincia di Bolzano. I Taschler chiesero al medico una consulenza medico sportive sulle condizioni fisiche del biatleta Daniel. La difesa ha prodotto certificati medici che spiegavano come Daniel Taschler soffrisse di una patologia che poteva minarne le capacità atletiche. Di qui il ricorso ai consigli dell’esperto c e non per doping.
Ora la corte d’appello di Trento ha assolto con formula piena perché il fatto non sussiste sia Ferrari che Gottlieb e Daniel Taschler.
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