Cronaca
28 Maggio 2019
Questa mattina (martedì 28 maggio) potrebbe essere confermata la causa ufficiale della morte di Pierluigi La Porta

Esame sul corpo del dirigente sanitario trovato morto

di Redazione | 2 min

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Questa mattina (martedì 28 maggio) potrebbe essere confermata la causa ufficiale della morte di Pierluigi La Porta. Il sostituto procuratore Alberto Savino ha dato incarico all’Istituto di medicina legale di Ferrara di effettuare un esame esterno del corpo del dirigente sanitario dell’Ospedale del Delta.

I consulenti della procura dovranno verificare la compatibilità tra le ferite mortali e i due fucili utilizzati da La Porta per togliersi la vita.

Quella del suicidio continua a essere l’ipotesi sulla quale lavora la procura. E l’esame dei medici legali, previsto per questa mattina, dovrebbe contribuire a confermarla del tutto.

Il corpo di La Porta, da circa un anno e mezzo direttore sanitario dell’Ospedale del Delta, è stato trovato venerdì notte privo di vita in Valle a Comacchio, vicino alla stazione del Bettolino di Foce, dove era arrivato a bordo della sua auto. A Comacchio aveva preso in affitto un appartamento, che utilizzava come base per gli spostamenti lavorativi quando non poteva tornare a Bologna dove viveva con la moglie, anche lei medico.

Poco prima aveva registrato un messaggio vocale, nel quale sembra che annunciasse le sue tragiche intenzioni, destinato proprio a lei.

I carabinieri lo hanno trovato ferito mortalmente in volto da colpi di arma da fuoco. Secondo i primi accertamenti, La Porta si sarebbe servito di due fucili diversi, regolarmente detenuti, per togliersi la vita.

La Porta si era laureato all’Università di Bologna in Medicina e Chirurgia , per poi specializzarsi, sempre presso l’ateneo felsineo, in Tecnologie Biomediche.

Proveniente dal Policlinico S. Orsola – Malpighi di Bologna (dove era dirigente medico in staff al direttore sanitario), prima di accettare l’incarico dell’Asl di Ferrara, dal 2005 al 2015 ha lavorato per la Regione Emilia-Romagna come responsabile del programma di verifiche regionale per l’accreditamento.

In passato aveva lavorato anche presso l’ospedale militare di Bologna ed era stato vicedirettore sanitario del Rizzoli.

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