Politica
3 Maggio 2019
L'associazione ha posto dieci quesiti agli aspiranti sindaci. Il leghista non risponde al questionario

I candidati si confrontano con Fiab sulla tema mobilità: Fabbri assente

di Redazione | 4 min

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Più che dei candidati sindaco, a vederli così sembra l’arrivo in volata di una tappa del giro d’Italia. Il primo confronto di maggio si snoda infatti sul tema della mobilità, a partire dalle dieci domande che Fiab (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) ha sottoposto agli aspiranti sindaci nelle scorse settimane. Un questionario i cui risultati sono stati resi noti pubblicamente giovedì sera: unici assenti Francesco Rendine (Gol) e Alan Fabbri, che non ha nemmeno compilato il questionario, dove bastava indicare ‘sì’ o ‘no’.

Tutti concordi, tranne Rendine, sulla necessità di rivedere la quantità di traffico privato ripiegando sul sistema pubblico o ciclabile, di fatto rendendo la mobilità ferrarese più eco-friendly. Unanimità di pareri favorevoli per l’istituzione di una giornata all’anno di interdizione dell’utilizzo delle auto dentro le Mura, con Alberto Bova (Italia in Comune) che farebbe il contrario – “si deve usare la macchina solamente un giorno all’anno” -, mentre Roberta Fusari (Azione Civica) azzarda che “una giornata è un po’ poco”.

Fusari che invece, al contrario degli altri candidati, non sarebbe favorevole allo stanziamento di fondi nel bilancio per le persone che scelgono di recarsi al lavoro senza l’uso dell’auto propria. “Credo – chiarisce – che con i fondi di bilancio il Comune debba predisporre bonus per l’utilizzo dei mezzi pubblici, non per incentivare il cittadino ad andare in bicicletta”. Eccetto Rendine e l’astenuto Fabbri, i sei al tavolo si trovano concordi nell’utilità di stanziare i fondi per la formazione dei ciclisti grandi e piccoli che siano, con Fusari che osserva: “Per incidenti i primi mesi dell’anno sono stati drammatici. Questa cosa va implementata”.

Le prime divisioni arrivano con la provocazione di Fiab: “Ai cittadini delle frazioni non collegate al centro con strutture ciclabili non rimane che ricorrere al servizio pubblico o all’auto privata”. La risposta è ‘sì’ per Bova, Aldo Modonesi (Pd) – “in dieci anni le piste ciclabili sono raddoppiate da 90 a 180km ma bisogna proseguire con queste infrastrutture” – e Giorgio Massini (Ferrara Libera) che sottolinea che “se uno abita nelle frazioni adesso è costretto a prendere la propria auto o l’autobus”. Non concordano invece Rendine, Fusari, Andrea Firrincieli (InnovaFe) per il quale sono i cittadini stessi che devono spingere “l’amministrazione per far sì che i collegamenti ciclabili siano primari rispetto ad altre cose”, e Tommaso Mantovani (M5S) secondo cui “è chiaro che ci vogliono piste ciclabili, ma la frase sembra quasi un’ammissione di rassegnazione”. 

“La distinzione tra passaggi pedonali e passaggi ciclo-pedonali è ambigua e pericolosa” rilancia Fiab, cozzando con le opinioni di Bova e Mantovani che parlano di educazione stradale, mentre tutti gli altri si allineano sul ’sì’, a partire da Modonesi che spiega come “l’ambiguità spesso è data dai singoli dirigenti del ministero dei Trasporti che hanno opinioni differenti”.

Il candidato del Pd abbraccia invece l’idea di portare il limite di velocità a 30km orari dentro tutto il perimetro delle Mura: “La velocità media entro le Mura, oggi, è sotto i 30, e darebbe possibilità di realizzare anche il controsenso ciclabile nelle strade dove non c’è spazio per delle nuove piste”. Gli unici contrari sono Massini e Rendine, mentre per Bova “servirebbe la sanzione del vigile per rendere efficace la proposta”, e Mantovani rilancia “il sogno di pedonalizzare tutta la città dentro le Mura”.

Interrompere la circolazione automobilistica nei pressi delle scuole per mezz’ora in concomitanza con l’ingresso e l’uscita degli studenti è una proposta che divide. Da un lato ci sono i favorevoli Modonesi, Fusari, Massini, dall’altra i contrari Bova – “si possono utilizzare le associazioni, tipo quella degli ex carabinieri, per regolamentare il traffico” -, Firrincieli – “servono prima soluzioni alternative per la viabilità” -, Mantovani e Rendine.

Plebiscito di sì per il fatto che la mobilità ferrarese necessiti di soluzioni alternative – “stretta all’accesso al centro storico con allargamento della Ztl e ‘Low emission zone’ dove determinati tipi di mezzi non entrano” dice Modonesi, mentre Massini propone “domeniche dedicate interamente alle biciclette, con lo stop all’accesso delle auto dentro le Mura” -, e per l’idea che la formulazione del “Biciplan” come piano di settore del Pums, sia una priorità da realizzare nel primo biennio di amministrazione. 

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