Politica
24 Aprile 2019
Dopo ore di passione, nella notte il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto ‘Crescita’ che contiene le norme per il ristoro degli azzerati con il doppio binario

Carife. Ok al Fondo indennizzi, nuovo confronto con la Ue per allargare i parametri

di Daniele Oppo | 2 min

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“Per una città che sappia guardare lontano”, questo lo slogan della lista civica Ferrara Futura del candidato sindaco Daniele Botti, che spicca in mezzo alle bancarelle di cibo della tradizione ferrarese in un fucsia sgargiante. A raccogliere le firme e spiegare ai passanti il programma elettorale i candidati della lista e Botti in compagnia del deputato di Italia Viva Luigi Marattin

Occorre un sindaco che lavori per il futuro di questa città

I Civici intervengono su una città che invecchia e con i giovani troppo spesso costretti a emigrare. "Lo stesso 'Patto per il lavoro e per il clima - Focus Ferrara' sottoscritto nel 2021 dalle istituzioni e parti sociali ferraresi riconosce la crisi demografica, insieme all’emergenza climatica, come il principale problema da affrontare e individua gli interventi per affrontarla, ma è rimasto lettera morta"

(foto dal sito internet del Governo)

(articolo aggiornato e modificato rispetto alla pubblicazione iniziale)

È arrivato dopo una notte di passione – d’altronde il periodo è quello giusto – il sì del Consiglio dei ministri alle nuove modalità di ristoro per i risparmiatori azzerati Carife e della altre cinque banche messe in risoluzione o fallite tra 2015 e 2016 (CariChieti, Banca Marche, Banca Etruria, Popolare di Vicenza e Veneto Banca).

Nella notte tra martedì 23 e mercoledì 24 aprile, superati a fatica i conflitti interni tra M5S e Lega, il Governo ha dato il via libera, in seconda approvazione, al decreto ‘Crescita’ che contiene anche le nuove norme per l’accesso al Fondo per gli indennizzi.

Rimane la previsione del doppio binario richiesta dal Ministero dell’Economia per evitare sanzioni da parte dell’Unione Europea, ma pare esserci una piccola clausola ‘salvo intese’, questa volta proprio con l’Ue che dovrà essere ascoltata sulla novità che prevede di portare uno dei requisiti previsti per il ristoro automatico – quello del patrimonio mobiliare – da 100mila a 200mila euro.

Le prime informazioni parlavano di un innalzamento della soglia massima di rimborso fino a 200mila euro (e una prima versione di questo articolo era basata su tali informazioni) invece come riportano l’AdnKronos e anche Il Sole 24 Ore non sarà così. L’aumento della soglia era riferito al patrimonio mobiliare ed è stato chiesto dal M5S per avere una platea di rimborsi automatici più ampia e venire incontro alle richieste delle associazioni venete.

Per i risparmiatori azzerati si aprirà dunque la strada del rimborso automatico per chi ha un reddito imponibile inferiore ai 35mila euro o un patrimonio mobiliare sotto i 100mila euro (o 200mila euro, in caso di un accordo con la Ue); oppure quella dell’arbitrato semplificato – è prevista anche la tipizzazione delle violazioni, in modo da rendere più facile la prova del misselling – per chi sfora questi parametri. L’arbitrato sarà deciso da una commissione di 9 esperti che verrà composta in seno al Mef.

Secondo quanto riporta l’Adn Kronos, fonti vicine al Governo sostengono che gli indennizzi automatici partiranno con il vecchio requisito dei 100mila euro di soglia di patrimonio mobiliare, per poi allargare eventualmente la platea nel caso l’Ue accettasse di portare la soglia a 200mila.

Secondo il Governo il 90% dei risparmiatori coinvolti avrà accesso al rimborso automatico.

Per gli azionisti l’entità massima del rimborso arriverà solo fino al 30% del valore di acquisto, mentre per gli obbligazionisti sarà fino al 95%.

Ricordiamo che, essendo un decreto legge, il decreto ‘Crescita’ enterà in vigore una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ma entro 60 giorni dovrà essere convertito in legge dal Parlamento per non perdere efficacia.

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