Politica
17 Aprile 2019
Il critico è intervenuto per presentare i volti di Rinascimento in corsa alle amministrative: "Ferrara è offesa dall'incapacità di tutelarla"

Sgarbi va all’attacco: “L’attentato di palazzo Diamanti più grave di Notre-Dame”

di Redazione | 3 min

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“E’ una coincidenza che noi presentiamo la lista il 16 aprile, giorno della resurrezione di Notre-Dame, la cui struttura, salva, può essere ricostruita come è già stato fatto nel corso del tempo”. Parte dalla stretta attualità Vittorio Sgarbi, giunto all’ombra del Castello per presentare Lucia Toma, Marco Gulinelli, Andrea Belli e Alberto Navili, i quattro volti che rappresenteranno “Rinascimento” – il movimento del critico d’arte – nel listone dei 32 candidati al consiglio comunale che Forza Italia svelerà alla città nei prossimi giorni.

Come sua consuetudine, Sgarbi parla a ruota libera, in primis sulla questione della ristrutturazione di palazzo Diamanti: “Credo che l’attentato al palazzo dei Diamanti sia più grave dell’incendio di Notre-Dame. Quel palazzo è il tempio di Segesta del 1600, e nessuno pensa di aggiungere qualcosa al tempio. Il quadro ferrarese è quello di una città che dobbiamo salvare”. L’attuale sindaco di Sutri, fra le tante cariche, è un fiume in piena e indica nella chiusura della chiesa di “San Paolo, oltre a quella della cattedrale, il vero scandalo di questa città, perché un terremoto come quello che ha colpito Ferrara lo si ripara in due anni, e lo si ripara partendo dai simboli”.

Un attacco diretto, questo, a Tagliani e Franceschini: “Una città che ha un sindaco, e un ministro, che non è capace di riaprire le chiese, è una città che non è degna di essere quello che loro pensano sia. Se io fossi stato il ministro, non perché sono Sgarbi, San Paolo sarebbe stata aperta, perché avrei avuto l’orgoglio di essere ministro di una città terremotata che ha bisogno”.

“Ferrara è capitale del Rinascimento per quello che è e non deve chiedere di essere capitale italiana della cultura, che è solo un premio di consolazione inventato da Franceschini” prosegue Sgarbi, che ritorna sul capitolo restauri: “Ci si lamenta che io abbia ottenuto quello che è giusto semplicemente sollecitando risposte dal ministero. Sia per il teatrino ridicolo di palazzo Diamanti, che per le architetture volgari di palazzo Massari”.

Il critico d’arte, poi, si sofferma lo stretto necessario sul logo della propria lista, che contiene i celebri indici della “Creazione di Adamo” affrescati da Michelangelo nel “Giudizio Universale”: “E’ un simbolo – spiega – che indica la strada, all’idea di un rinascimento che ha doppio valore: storico e letterale, dove rinascere è giusto, è bello”.

Sgarbi torna invece a parlare di Ferrara, provando a spiegarla con gli occhi dei turisti. “La città – sostiene – non viene percepita con i limiti di chi la abita, ma viene vista un luogo sublime, più bella di Venezia. Questa percezione va potenziata e deve diventare un richiamo. Ad esempio con un biglietto unico per Castello, palazzo Diamanti e Pinacoteca, mentre ora le mostre e i musei ognuna ha orari diversi. Basterebbe un po’ di buon senso. A otto metri da palazzo Diamanti, poi, c’è palazzo Prosperi, che è mille volte meglio di qualsiasi addizione. La città è offesa dall’incapacità di tutelarla e salvaguardarla, credo che il mio ritorno sia a Ferrara sia il segno della sua grandezza”.

In ultimo, Sgarbi promette di “portare a Ferrara la mostra del danese Hammershoi, aggiungendola a quella di De Nittis”, perché la città ha bisogno anche di mostre “meno facili”. Per Marco Gulinelli, insomma, l’insediamento di Rinascimento sulla scena politica locale è “un’occasione irripetibile per la città”.

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