Cento
26 Gennaio 2019
In piazza del Guercino presidio e fiaccolata organizzati a tre anni dalla scomparsa del ricercatore in Egitto

Amnesty: “Non dimenticare Giulio Regeni”

di Redazione | 2 min

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Cento. Si è aggiunta alle decine di città italiane anche la città di Cento a chiedere verità per Giulio Regeni ieri, dalle 19 alle 20, in piazza del Guercino: un presidio e una fiaccolata organizzati da Amnesty international, in collaborazione con altre associazioni del territorio, che a tre anni dalla sparizione e dalla morte del ricercatore italiano al Cairo continua “a coltivare una speranza per una verità giudiziaria che possa incrinare quel muro d’impunità intorno agli autori delle gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani in Egitto”.

Alle 19.41 del 25 gennaio 2016, infatti, Giulio Regeni è uscito di casa per non tornare mai più. Sequestrato, trasferito in uno o più centri di detenzione senza più nessun contatto col mondo esterno, Giulio venne poi sottoposto nei giorni successivi a feroci torture, fino a venire assassinato: il suo corpo venne ritrovato il 3 febbraio, nei pressi di una prigione dei servizi segreti egiziani. “Sin da subito” ricorda la sezione centese di Amnesty international, “le autorità egiziane hanno scelto la tattica del depistaggio, e nonostante ciò nell’agosto 2017 l’Italia ha annullato l’unica significativa azione di protesta facendo tornare alla piena operatività l’ambasciata al Cairo”.

Nessun passo avanti, da allora, nonostante la Procura di Roma abbia di recente iscritto nel registro degli indagati alcuni funzionari egiziani: ecco perché “in questo terzo anniversario è fondamentale non consegnare Giulio alla memoria, e continuare a chiedere la verità ai due governi: quello egiziano, che deve fornirla, e quello italiano che deve pretenderla”.

Un percorso di verità e giustizia in cui i genitori di Giulio, Paola e Claudio Regeni, sentono “la forza e l’energia di chi continua a non dimenticarlo, e di chi, con azioni come questa, piccole ma costanti, ci ha aiutato a tenere vivo il nostro bisogno di risposte”: il giallo, colore abbinato al nero, è il colore delle campagne di Amnesty, ma è anche “il colore di Giulio, diventato ormai un simbolo di questa battaglia”.

E concludono così il loro accorato appello: “Basta rivolgere lo sguardo altrove davanti a fatti come questo. Per lui e per tutti coloro che vedono e vedranno offesi i loro diritti umani nel corpo e nelle idee, non esiste altra posizione in un Paese che si ritenga democratico”.

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