Attualità
25 Gennaio 2019
La direttrice di Ferrara Arte reagisce agli attacchi personali: "Abbiamo solo la nostra reputazione per dialogare con i maggiori musei al mondo"

Pacelli: “Perso credibilità, così non possiamo lavorare”

di Elisa Fornasini | 2 min

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“È una grande perdita per la città, vergognosa nella dinamica e nella sostanza”. Maria Luisa Pacelli, direttrice di Ferrara Arte al centro della polemica mediatica contro il progetto di ampliamento di palazzo dei Diamanti, non nasconde tutto il proprio sconforto per come si è evoluta la vicenda da quando ha ricevuto “pesanti attacchi personali” da Vittorio Sgarbi.

E non solo perché “Ferrara perde una grande opportunità a causa di una battaglia priva di fondamento”, ma perché la polemica sta mettendo in crisi la stessa tenuta di Ferrara Arte che dall’anno della sua fondazione, nel 1990, ha trasformato il Diamanti in un contenitore di mostre di qualità, riuscendo nell’intento di qualificare il palazzo rossettiano come un vero e proprio brand facilmente spendibile nelle relazioni internazionali. Che ora sono a rischio.

“Sto lavorando a una grande mostra per il 2022 ma sono stata costretta a bloccare tutto perché abbiamo solo la nostra reputazione per dialogare con i maggiori musei al mondo, se manca quella non abbiamo nulla da dare in cambio quando riceviamo i prestiti – avverte Pacelli -. Avevo avviato contatti con Londra e ora mi trovo nella posizione di non poter parlare per una città che mi mette in discussione”.

Lo sfogo, umano e professionale, arriva al termine del tavolo di confronto con le associazioni di categoria che, se non hanno messo in dubbio l’operato dell’intero staff di Ferrara Arte, hanno comunque chiesto di migliorare la comunicazione al grande pubblico per promuovere le mostre.

“Siamo una delle poche realtà italiane che programma in anticipo, abbiamo svelato mostre anche a tre anni di distanza e sul livello di comunicazione basta pensare all’Orlando Furioso che sembrava una scommessa e invece ha creato indotto e benefici per la città. Ferrara Arte ha fatto la differenza nel dare una identità a questa città, cosa possiamo fare di più? Io non lo so, se non è passato questo messaggio dopo tanti anni è sconfortante”.

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