Vedere l’Ariosto sospeso tra terra e cielo non è uno spettacolo che capita tutti i giorni. Anzi, è la prima volta che succede dal 1833, da quando la statua è stata collocata sulla colonna al centro di piazza Ariostea. E oggi il poeta lascia la sua storica postazione ad alta quota per scendere a terra e sottoporsi a un intervento di restauro, approfittando dell’occasione per incontrare da vicino i ferraresi che da generazioni ha sempre osservato dall’alto.
La discesa della statua, prevista alle 8.30 di questa mattina (mercoledì) e posticipata di quattro ore e mezza per completare la messa in sicurezza della struttura, è andata a buon fine. Il monumento, alto cinque metri e dal peso di sette tonnellate, è stato sollevato dalla colonna con l’autogru e trasportato a terra per essere collocato nel cantiere provvisorio appositamente allestito nella parte centrale della piazza.
Un ‘volo’ di 12 metri, tanto è alta la colonna, che ha richiesto tutte le precauzioni del caso per compromettere il meno possibile la statua e il capitello sottostante in pietra di Vicenza, materiale più delicato del marmo.
Ci sono volute quattro ore e mezza per imballare la statua, impacchettata a dovere con un doppio strato di pluriball, ingabbiarla nella struttura metallica, saldare con attenzione la gabbia, ‘inzeppare’ la struttura con prodotti appositi per evitare oscillamenti e garantire la stabilizzazione e, infine, agganciarla all’uncino dell’autogru per il sollevamento in asse e il successivo delicato trasferimento.
Alle 13 in punto i piedi dell’Ariosto hanno toccato il podio che sarà la sua nuova casa fino alla fine dell’anno. Già nel pomeriggio verrà allestito un ponteggio per dare il via all’ultima fase del recupero strutturale del monumento che sarà visibile anche al pubblico: venerdì, nel corso di una conferenza stampa convocata in loco, verrà annunciato il calendario di visite per incontrare ‘faccia a faccia’ Ludovico Ariosto.
“Le problematiche che hanno rallentato l’operazione – spiegano l’ingegnere Claudio Modena e l’architetto Benedetta Caglioti, progettista e direttore dei lavori di restauro – sono legate al degrado del basamento, che presenta gravi lesioni e rischiava di provocare distacchi o rotture. C’è voluta tanta pazienza per il primo sollevamento e il successivo trasporto ma fortunatamente è andato tutto per il meglio”.
A supervisionare i lavori, affidati alla Gerso Restauro Opere D’Arte di Ravenna, c’è anche l’architetto Angela Ghiglione del Servizio comunale Infrastrutture ma a salutare l’Ariosto impacchettato sono arrivati anche il sindaco Tiziano Tagliani e l’assessore ai Lavori Pubblici Aldo Modonesi. Tutti curiosi di guardare il poeta direttamente negli occhi. D’altronde “quel che l’uom vede, amor gli fa invisibile e l’invisibil fa vedere amore“. Lo scrisse nel canto I dell’Orlando Furioso, ripresa come citazione che campeggia nel nuovo cantiere.