L’ingresso della scuola primaria Govoni
Murales e street art: un modo per abbellire gli edifici della città o per consegnarli al degrado? Sembra propendere per la seconda ipotesi il Movimento 5 Stelle di Ferrara, che insorge attraverso un’interrogazione comunale firmata da Claudio Fochi contro l’iniziativa promossa dall’Ufficio Integrazione del Comune insieme all’assessorato alla pubblica istruzione nel cortile interno scuola primaria Govoni. Dove i ragazzi stranieri che frequentano i corsi estivi hanno iniziato a realizzare un murale, guidati dai membri di un’associazione di writers che dirige le operazioni.
Un’opera che sarà visibile unicamente dagli studenti alla ripresa dell’anno scolastico (dal momento che non è visibile dall’esterno), ma che nel frattempo sta già sollevando polemiche.
Fochi infatti afferma di aver ricevuto segnalazioni dai residenti e si schiera nettamente contro la realizzazione dell’opera: “Convinti che ci sono mille altri modi e supporti grafici per favorire l’integrazione in età scolastica, aspettiamo le risposte degli assessori competenti su costi, valenza didattica e logistica del progetto”.
A cosa si deve il motivo di questa contrarietà? Fochi elenca vari fattori, tra cui “il gas liberato dalle bombolette” (anche se i bambini indossavano tutti maschere protettive) e “lo sfondo utilizzato” (i mattoni a vista del cortile della scuola), dal momento che “si sarebbe comunque potuto attuare con modalità meno invasive e tuttavia creative, senza futuri costi di rimozione”, ad esempio “su pannelli asportabili e con gessetti o altri materiali”.
Ma salvo le brevi parentesi su esalazioni e gessetti, la vera perplessità che viene sollevata nell’interrogazione riguarda il concetto stesso di arte urbana. Perché nonostante lo stesso Fochi puntualizzi che “la street art e l’opera di alcuni writer come il britannico Bansky sono legittimamente inseriti nel panorama dell’arte contemporanea , sia per la qualità delle opere che per la connotazione di denuncia sociale”, per il consigliere pentastellato la street art a Ferrara si trova davanti a un ostacolo invalicabile: il ‘sentire comune’.
Nel testo dell’interrogazione si legge infatti che “inevitabilmente l’utilizzo di bombolette spray sui muri e tecnica correlabile sono facilmente associabili nell’immaginario collettivo e nella realtà delle nostre periferie e di centro urbano, soprattutto in zone degradate o a rischio di degrado, ad atti di pseudo espressione artistica ai limiti del vandalismo”. Con il rischio ulteriore che il murale possa alimentare “lo spirito di emulazione a cui possono essere soggetti i bambini” verso i writer, per i quali “il rispetto delle strutture edilizie non sempre viene considerato un obiettivo di cittadinanza, anche nel quartiere dove si trova la scuola”.
Insomma, nonostante l’apprezzamento per i muri londinesi e per le opere di Banksy – e nonostante proprio a Ferrara sia attivo un gruppo come il collettivo Vida Krei, che punta a far convergere street art e responsabilità sociale -, per Fochi realizzare un murale in un cortile interno della zona Gad rischierebbe alimentare ulteriori fenomeni di degrado. Non che qualcuno abbia ancora avuto modo di osservare l’opera con i propri occhi, visto che deve ancora essere ultimata e il personale scolastico custodisce diligentemente l’accesso alla struttura. Ma quando si è convinti che “inevitabilmente l’utilizzo di spray è associato ad atti di pseudo espressione artistica ai limiti del vandalismo”, non serve nemmeno andare troppo per il sottile. Basta il sentire comune.
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