Eventi e cultura
14 Luglio 2018
La prossima mostra di Ferrara Arte presentata all'Ambasciata francese per una retrospettiva sul genio indiscusso dell’Ottocento

Palazzo Diamanti svela il bello della natura di Courbet a Roma

di Redazione | 4 min

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A settembre, per la prima volta dopo quasi cinquant’anni, torna in Italia Gustave Courbet, in una retrospettiva che Ferrara Arte dedica a questo genio indiscusso dell’Ottocento e al suo rivoluzionario approccio alla pittura di paesaggio.

La prossima mostra a palazzo dei Diamanti – in programma dal 22 settembre al 6 gennaio – sarà infatti dedicata a questo artista dalla personalità forte e complessa, che si impose come padre del realismo, aprendo la strada alla modernità in pittura con lavori provocatori e antiaccademici la cui principale fonte d’ispirazione fu la natura.

La mostra – intitolata non a caso “Courbet e la natura” – è stata svelata venerdì mattina all’Ambasciata di Francia a Roma, alla presenza dell’assessore regionale Massimo Mezzetti, del vicesindaco Massimo Maisto, della direttrice delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara Maria Luisa Pacelli e dei curatori della mostra Vincent Pomarède (direttore della Mediazione e della programmazione culturale del Musée du Louvre), Dominique de Font-Réaulx (direttrice del Musée Eugène Delacroix di Parigi) e Isolde Pludermacher (conservatrice capo del dipartimento di pittura del Musée d’Orsay).

Il percorso espositivo presenterà una cinquantina di tele, tra cui molti capolavori dell’artista, come Buongiorno signor Courbet, l’autoritratto L’uomo ferito o le celebri Fanciulle sulle rive della Senna, provenienti dai più importanti musei del mondo e condurrà il visitatore in un percorso attraverso i luoghi e i temi della sua impressionante e appassionata rappresentazione del mondo naturale: dai panorami della sua terra alle spettacolari marine battute dalla tempesta, dalle misteriose grotte da cui scaturiscono sorgenti alle cavità carsiche che si spalancano nei torrenti, dai sensuali nudi immersi in una rigogliosa vegetazione alle sublimi scene di caccia della maturità.

Guardato come un maestro dagli impressionisti e venerato da Cézanne, Courbet sembra svelare forme in attesa di essere rese visibili, catturando i fenomeni naturali più elusivi e transitori. I paesaggi della regione natale, la Franca Contea, occupano un posto particolare nel cuore dell’artista: la vallata lussureggiante della Loue, gli altipiani aridi, i fiumi impetuosi, il sottobosco e i cieli immensi sono rielaborati in infinite e sorprendenti varianti. Motivo d’ispirazione sono stati anche i luoghi dove ebbe modo di soggiornare o che visitò nel corso della sua vita, come le coste mediterranee nei pressi di Montpellier, i paesaggi rocciosi della regione della Mosa in Belgio, le marine della Normandia, con le onde rigonfie prima di infrangersi sugli scogli, o i laghi svizzeri dipinti in esilio in un’atmosfera carica di nostalgia.

A questi soggetti si aggiungono i dipinti che hanno per tema i nudi e gli animali nel paesaggio, dove Courbet dimostra ancora una volta di essere portatore di uno sguardo originale sul mondo, ma anche di essere consapevole della grande tradizione pittorica occidentale, studiata al Louvre.

Con “Courbet e la natura” il pubblico italiano potrà quindi riscoprire l’opera di uno dei più grandi pittori dell’Ottocento, un artista che ha lasciato un segno indelebile sulla sua epoca traghettando l’arte francese dal sogno romantico alla pittura di realtà, e da questa a un nuovo amore per la natura.

Sempre nella capitale, è stato presentato il nuovo spazio di confronto tra contemporaneo e arte moderna che verrà inaugurato in una sala appena restaurata del Diamanti che si affianca al percorso espositivo. Si tratta della rassegna Offside che presenta una programmazione di mostre di artisti internazionali che propongono uno sguardo attuale sulle questioni aperte dalle esposizioni allestite in contemporanea nel percorso tradizionale: appunto Courbet e la natura (22 settembre 2018 – 6 gennaio 2019) e Boldini e la moda (16 febbraio – 2 giugno 2019).

L’idea nasce dalla volontà di allargare la prospettiva critica con cui vengono affrontate tematiche, movimenti e artisti storicizzati attraverso un dialogo con alcuni interpreti dall’attuale scena europea, che si tratti di figure che riflettono sull’eredità dei maestri dell’Otto-Novecento o di ricerche che affrontano tematiche analoghe con la complessità della visione contemporanea. S’instaura così un rapporto di reciprocità tra storia dell’arte e presente che estende e arricchisce i confini di senso di entrambi.

Ad inaugurare il programma sono le mostre di due artisti, Flavio de Marco ed Eva Jospin, residenti rispettivamente a Berlino e a Parigi, il cui lavoro interroga da tempo aspetti nodali della ricerca di Courbet.

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