Cronaca
11 Luglio 2018
Sette arresti e 26 chili di droga sequestrati al termine dell'indagine partita dopo una sparatoria di fronte al pronto soccorso ravennate

Eroina e cocaina da Ravenna, carabinieri smantellano il ‘sodalizio bicefalo’

di Ruggero Veronese | 3 min

Leggi anche

Trovato morto nella sua auto, dove dormiva

Lì dentro mangiava, dormiva e passava gran parte del tempo. Fino ad oggi pomeriggio (mercoledì 1° maggio) quando qualcuno dalle roulotte che sostano in zona Rivana, lo ha visto accasciato a terra a due passi dalla sua minuscola casa

Bastoni nel bagagliaio dell’auto davanti al carcere. A processo tre persone

Due donne di 33 e 46 anni e un uomo di 42 anni, vicini all'area anarchico insurrezionalista, animalista e ai movimenti No Tav, sono finiti a processo in tribunale a Ferrara con l'accusa di aver portato, senza giustificazione, fuori dalla loro abitazione, due bastoni di legno, ritrovati dai carabinieri nel baule della loro automobile davanti alla fermata dell'autobus vicina al carcere di via Arginone

Auto distrutte e furti dietro la stazione

Arrivano da un lettore segnalazioni con foto di auto devastate e, a quanto è parso al lettore, anche saccheggiate dietro alla stazione, nel parcheggio di via del Lavoro

Chiuse le indagini sul massacro del Big Town

La Procura di Ferrara ha chiuso le indagini per l'omicidio di Davide Buzzi, il 42enne ucciso durante la serata del 1° settembre scorso all'interno del bar Big Town di via Bologna, mentre era in compagnia del 21enne Lorenzo Piccinini, dopo una violenta e tragica colluttazione con il 41enne Vito Mauro Di Gaetano, titolare del locale, e suo padre, il 70enne Giuseppe Di Gaetano

Tutto è iniziato con una sparatoria nel maggio del 2015, di fronte al pronto soccorso di Ravenna. Un regolamento di conti per il mancato pagamento di una partita di droga, che portò all’arresto di un 35enne italiano e di un 38enne marocchino. Da quel momento, il comando provinciale dei carabinieri di Ravenna ha fatto partire un’imponente indagine per smantellare un’organizzazione dedita allo spaccio e attiva nelle città e provincie limitrofe, con Ferrara e la sua riviera tra i principali centri di smercio. Nei giorni scorsi il lavoro degli inquirenti ha portato al sequestro di 39mila euro, 26 chili di droga tra cocaina ed eroina e all’arresto di sette persone.

Secondo il colonnello dell’Arma ravennate Roberto De Cinti, il gruppo criminale sarebbe stato il frutto di un “sodalizio bicefalo”, ovvero di un’alleanza tra un gruppo albanese che faceva arrivare la droga attraverso l’Adriatico e di un’altro, prevalentemente tunisino ma supportato anche da una componente italiana, che si occupava di piazzarla al dettaglio, in particolare tra Ravenna, Ferrara, Rimini e Forlì. De Cinti ha affermato che l’organizzazione lavorava “in maniera professionale, con caratteristiche quasi imprenditoriali” ed era in grado di smerciare circa 80 grammi di sostanze ogni due giorni.

L’indagine è partita in un momento di contrasto per un mancato pagamento tra i due gruppi alleati, che portò alla sparatoria del maggio 2015. Avvenne in seguito a una rissa tra i componenti delle due bande, che costò il ricovero al pronto soccorso a uno dei componenti della banda albanese. A quel punto un 35enne italiano e un 38enne marocchino arrivarono nel parcheggio armati e spararono una decina di colpi verso l’automobile di un 32enne albanese, che rimase illeso. I due furono identificati e arrestati, e da lì partì l’indagine ‘Amarcord’, che prende il nome da un bar dove erano soliti riunirsi i due gruppi criminali.

A fornire le prove schiaccianti della lavorazione e dello smercio di droga, oltre a intercettazioni difficilmente fraintendibili (“era sotto casa e si è trovato i borghesi dietro al culo. Abbiamo ripulito la casa e siamo fermi, però siamo anche un po’ in paranoia”) sono state anche le immagini e video raccolti sul campo. Grazie a una microcamera montata nella cappa di aspirazione dei fornelli nell’appartamento di uno degli albanesi, i militari hanno ripreso le operazioni di impasto e taglio delle droghe. L’inquilino si è accorto di essere spiato proprio mentre stava ‘cucinando’ una partita di eroina, dopo aver smontato la cappa per cercare di aumentarne l’efficacia. Quando ha visto la telecamera è uscito di casa senza nemmeno chiudere la porta, è saltato in auto e ha raggiunto uno dei nascondigli sparsi per Ravenna – nei pressi di una ferrovia – dove erano presenti 800 grammi di eroina. Ma era già troppo tardi: gli uomini dell’Arma erano già in azione e dopo averlo arrestato hanno trovato altri 20 chili di eroina nell’appartamento.

A finire in manette la mattina del 9 luglio con un’ordinanza di custodia cautelare sono stati i quattro cittadini albanesi Avni Avduli, Elton Avduli, Irakli Papa (di età compresa tra 28 e 42 anni), insieme a Noamen Issaoui e Rochdi Iuissaoui (tunisini di 37 e e 32 anni) e alla 32enne italiana Khatrin Valeriani, moglie di uno dei componenti della banda.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com