Politica
1 Luglio 2018
Verso le elezioni. Intervista di Estense.com al segretario provinciale della Lega

Alan Fabbri e la sua formula per vincere

di Marco Zavagli | 5 min

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Dopo il 4 marzo le ultime amministrative hanno consegnato una Lega ancora più forte.

I sondaggi ci dicono in crescita. A mio avviso questo dato elettorale è entusiasmante dal momento che ci vede conquistare territori da sempre appannaggio del centrosinistra. Pensiamo ad esempio alla Toscana, un territorio dal punto di vista storico e politico molto simile al nostro.

Già molto simile al nostro. Sono prove generali per vincere a Ferrara?

Credo che se si votasse oggi, otterremmo un risultato ancora migliore di quello del 4 marzo. Ma sappiamo che il dato amministrativo non dipende solo da quello nazionale. Per vincere nei territori servono anche le persone giuste. E su questo il Pd è messo male.

Qualche riferimento?

Mi ha fatto specie vedere qualche giorno fa gran parte dei dirigenti dem con il cappello in mano a elemosinare sostegni anche dalle liste pseudo civiche. Per carità, ognuno è libero di andare ad ascoltare chi vuole, ma mi ha impressionato vedere le foto delle prime file. Sia chiaro, ho massimo rispetto per chi, come Pizzarotti, è riuscito a vincere per due volte nella propria città, ma quanto successo alla presentazione della sua lista è sintomatico.

Rimaniamo alle elezioni del 2019 ma guardiamo ora dall’altra parte.

Sicuramente dobbiamo essere bravi a trovare la formula per uno schieramento forte e unito e puntare su una campagna elettorale positiva. Prima occorre trovare candidati, liste e sindaco in grado di offrire una alternativa credibile. Dobbiamo essere bravi noi e non basarci sul demerito altrui. Non ho nessuna remopra a dire che Tagliani su alcune cose ha lavorato bene. Cosa diversa invece per i suoi assessori che han vissuto alla sua ombra, coperti delle sue capacità e prendendosi i meriti. Una volta individuato il candidato, cercheremo nella società civile per comporre una lista che porti dentro di sé tutte le istanze del mondo ferrarese, dall’università all’ospedale, dalle associazioni di categoria al volontariato.

Alan Fabbri a parte, però, non mi sembra che la Lega possa mettere in campo molti nomi per comporre una classe dirigente.

Nessuno nasce imparato. Abbiamo un segratario comunale che si è speso molto sul territorio in questi anni e ha vinto anche alcune battaglie. Non dobbiamo guardare, poi, solo ai nostri militanti, bensì aprirci ad altre forze. Forze fresche come può essere la stessa Italia in Comune: la vedo più utile con noi piuttosto che anacquarsi nei meandri del Pd. Per il resto, io metterò anima e corpo per strappare e dimostrare che sappiamo governare e governare bene.

Si assisterà a un tiro alla fune per avere dalla propria parte la lista di Pizzarotti?

Noi siamo aperti a tutte le liste. La nostra sarà la battaglia del centrodestra unito, accanto al quale si schiererà il civismo che si sta già avvicinando. In queste settimane vengono a incontrarmi persone che non mi sarei mai aspettato e mi chiedono di permettergli di dare un contributo per cambiare questo territorio. La gente è stanca del governo di centrosinistra, del suo piattume legato alla quotidianità che non va oltre il proprio naso, incapace di generare un progetto sovracomunale o sovraprovinciale.

Un esempio di progetto che va oltre l’orizzonte locale?

Guardiamo all’università. Stanno arrivando tanti studenti come da anni non se ne vedevano. Vuol dire che questo non è il momento di chiuderci, ma anzi di aprirci a questo mondo e captare le grandi possibilità di un indotto che porta cento milioni l’anno di ricchezza. Pensiamo poi a Ferrara. Abbiamo il sacrosanto diritto di sentirci orgogliosi della nostra storia e della nostra identità. Dobbiamo ascoltare le varie esigenze e portare entusiasmo

Mi confesso un po’ sorpreso. Non ha ancora parlato di immigrazione e sicurezza, i cavalli di battaglia di Salvini.

Quelli li do per scontati. Noi vediamo il problema da un altro punto di vista rispetto al centrosinistra. Dal punto di vista della concretezza. Chi delinque deve essere punito. Non basta pagare progetti culturali in Gad e lavarsene le mani. In questi mesi, e ne do merito al nuovo questore, abbiamo visto un cambio di rotta. Io ci credo, non so se anche il Pd ci creda: la disciplina e l’ordine vanno rispettati per garantire la libertà a tutti. Italiani e stranieri.

Torniamo alla Toscana e al parallelismo con Ferrara. In questa grande similitudine c’è anche il tema del risparmio tradito.

Portare a casa un risultato positivo per i risparmiatori è fondamentale. La scorsa settimana si sono formate le commissioni parlamentari e già nella prossima finanziaria vogliamo dare una risposta agli azionisti Carife. La città merita questo rispetto.

Non pensa che certi atteggiamenti sopra le righe di alcuni espionenti del suo partito possa penalizzare in tema di elezioni?

Non credo che gli atteggiamenti o le parole di una o due persone possano influire in un discorso politico complessivo. Il linguaggio duro può servire, certo. Ma è sulla azione amministrativa che dobbiamo essere giudicati. E comunque la domanda andrebbe rivolta anche alla coalizione opposta, nella quale vivono anime legate alla sinistra più alternativa. Quei linguaggi dovrebbero spaventare gli elettori moderati. E anche sull’eterno confronto tra destra e sinistra avrei qualcosa da ridire. Penso a qualche anno fa quando feci una battaglia contro l’omofobia insieme ad Arcigay. Flavio Romani chiese di affiggere dei manifesti con due uomini e due donne che si baciavano, Io a Bondeno lo feci. Senza simboli, perché la ritenevo una battaglia trasversale. Non mi risulta che Tagliani abbia fatto altrettanto a Ferrara.

Rimane un utlimo punto. Alan Fabbri candidato sindaco.

[Scappa una breve risata] A suo tempo sceglieremo la persona giusta in base alle caratteristiche scelte dalla coalizione.

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