Mancano le memorie conclusive degli avvocati e poi la sentenza nella causa civile contro gli ex amministratori di Carife nel periodo 2009-2013. Ma molto difficilmente la causa si concluderà prima dell’estate.
Parliamo del processo davanti al tribunale delle imprese di Bologna promosso dagli ex commissari Giovanni Capitanio e Antonio Blandini – e poi portato avanti anche dopo la risoluzione della Carife nel 2015 – nei confronti di ben trenta persone: gli ex presidenti Alfredo Santini e Sergio Lenzi; gli ex consiglieri del cda Tiziano Artioli, gli eredi di Mauro Barzetti, Marco Berti, Antonio Bondesani, Andrea Calamanti, Aleandro Capatti, Riccardo Fava, Paolo Govoni, Mario Guidi, Ennio Manuzzi, Massimo Marchetti, Corradino Merli, Teodorico Nanni, Renzo Ricci, Luigi Piergiuseppe Ferdinando Roth, Simonetta Talmelli e Giuseppe Vancini; gli ex sindaci revisori Luigi Argentini, Valter Bignozzi, Paolo Lazzari, Stefano Leardini, Andrea Malfaccini (deceduto nel frattempo) e Marco Massellani; gli ex dg Giuseppe Grassano e Daniele Forin e il revisore legale Michele Masini assieme alla società Deloitte & Touche.
Come ribadito nell’udienza di giovedì (15 marzo), a loro viene chiesto di risarcire il danno per 100 milioni, con responsabilità solidale passiva (ovvero uno può rispondere economicamente per tutti), a fronte di un danno economico per la ‘vecchia’ Carife calcolato in 309 milioni di euro, causato dalla ‘mala gestio’ e dall’incapacità di accorgersi che i conti della banca erano da tempo sballati, diretti verso la catastrofe.
Le difese hanno invece chiesto il rigetto della domanda, sostenendo che lo stato di insolvenza della Carife – quello che determinò una prima richiesta di aumento di capitale da 300 milioni di euro con l’intervento del Fidt e che poi, dopo varie vicissitudini, portò all’intervento del Governo con il decreto “salva-banche” – fosse stato generato in realtà proprio dalla gestione commissariale.
Da giovedì le difese hanno 80 giorni di tempo per presentare le proprie memorie scritte, solo dopo arriverà la sentenza che dovrebbe arrivare entro l’anno in corso ma molto probabilmente dopo l’estate.
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