Lettere al Direttore
24 Febbraio 2018

Gad. Volevamo sicurezza, abbiamo avuto piste da sci e corsi di meditazione

di Redazione | 3 min

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caro Davide,

mi permetto di aggiungere qualcosa alla tua bella riflessione, e lo faccio pubblicamente; ci conosciamo da venticinque anni e penso che fra me e te non ci siano segreti, ma stima, che spero sia reciproca, al di là delle convinzioni personali e politiche.

Come te mi occupo di storia, e penso che dieci anni siano un periodo sufficiente per iniziare ad analizzare cosa sia effettivamente successo nel nostro quartiere. Come sai “scripta manent” e consultando l’archivio “online” di estense.com, non mancano elementi di riflessione.

Dieci anni fa in questi giorni, Gaetano Sateriale e l’allora presidente della circoscrizione Girolamò Calò, a fronte dei problemi nella sicurezza della zona stazione, suggerivano un patto per utilizzare in modo coordinato vigili, carabinieri e polizia. Nel 2009 iniziava l’era Tagliani con esortazioni a tutti per farsi “distributori di fiducia” di fronte alla crisi sociale ed economica, immagino anche in zona stazione; alla fine del 2010 arrivò la leggendaria uscita di Chiara Sapigni sulle “percezioni soggettive” dei residenti nella GAD; talmente soggettive che nel 2011 toglievano lo scivolo e le altalene di via Cesare Battisti, ormai inutilizzabili da qualsiasi bambino.

Il 2012 segnato dal terremoto fu anche l’ultimo delle panchine di fronte a casa nostra, che furono tolte dopo che erano diventate il “meeting point” degli spacciatori. Alla fine di quell’anno, a fronte delle proteste crescenti dei comitati, il sindaco puntò il dito per la prima volta sui mali della città, da allora sempre individuati in modo univoco, caro Davide: il dissenso sociale alimentato ad arte e il malcontento politico rinfocolato dal populismo: insomma era colpa nostra, mia e degli altri residenti compresi i tuoi genitori.

Nel 2014 la sicurezza emergeva finalmente come tema di discussione, e il sindaco allargava le responsabilità della situazione ferrarese a una serie di soggetti: dalla politica all’informazione, tutti colpevoli di mal rappresentare Ferrara (tema ripreso ancora negli scorsi giorni). Nel 2015 dopo una escalation di degrado, fatti di sangue, continui blitz delle forze dell’ordine, presìdi e cortei, la giunta iniziò esplicitamente a parlare di ingratitudine da parte di un quartiere al centro dei pensieri delle istituzioni, tema tornato anche lo scorso anno, con crescenti musi lunghi, di fronte ad una situazione che è evidentemente fuori controllo.

Siamo a oggi con Tagliani che, esplicitamente, apprezza i ferraresi che “tacciono e lavorano” evidentemente ritenendo che la Ferrara migliore di cui spesso parla è quella che sta zitta. Questo è, caro Davide. Poi ci manderanno il solito interminabile comunicato stampa con la nota spese di tutto quello che è stato fatto per la zona dove viviamo, e di fronte al quale ogni volta ci chiediamo: se con tutti questi investimenti siamo messi così, forse non sarà stato speso per le cose sbagliate?

Volevamo sicurezza; abbiamo avuto cene multiculturali, mercatini etnici, piste da sci all’acquedotto, danze tribali, corsi di meditazione, radio web di quartiere. Tutto fuorchè un presidio di polizia urbana in piazza Castellina, la prima cosa che avevamo chiesto, nel 2008. L’esercito lo volevano mandare altrove, perchè dicevano che non ce n’era bisogno.

L’anno prossimo si vota per il consiglio comunale, caro Davide. Regoliamoci per il meglio.

Un abbraccio

Andrea Rossi

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