Gentile direttore, leggendo alcuni fatti di cronaca sul suo giornale, mi ha fatto ricordare alcuni avvenimenti di quando ero bambino e oltre.
Abitavo nel ghetto di Ferrara e più precisamente in quella che prima della guerra era la scuola degli ebrei. Spesso andavo a giocare in piazza Magoni, era uno spazio ricavato dietro a quello che era rimasto del palazzo di giustizia dopo l’incendio avvenuto il giorno prima che gli americani e gli inglesi arrivassero a Ferrara per liberarla dai nazi fascisti che governavano la città. In quel vuoto si era formata una piazza, dove alcuni commercianti avevano allestito le loro bancarelle formando il nuovo mercato delle erbe. In particolare, le poche persone facoltose che arrivavano in città con la loro automobile, in un angolo di quello spazio, parcheggiavano lasciando che un ragazzo, che si era inventato il mestiere di guarda macchine, o parcheggiatore abusivo, facesse attenzione affinché non venissero rubate, oppure, anche semplicemente asportate le gomme. Naturalmente non esisteva una tariffa fissa per il suo lavoro, ma le persone, se volevano, gli davano una mancia a loro discrezione.
Nel tempo: dopo che quella piazza era stata ricostruita, come oggi si può vedere, quel ragazzo era diventato adulto facendo sempre lo stesso lavoro, spostandosi presso la motorizzazione civile dove dava consigli agli automobilisti, per come gestire le loro pratiche. La ricompensa che riceveva, anche questa, era una semplice mancia data a discrezione; quasi una carità.
Ora, che i parcheggi in città sono ben indicati e a pagamento per regolare l’eccessivo numero di automobili in circolazione, anche qualche immigrato sprovvisto di un lavoro regolare, si è adattato a fare il parcheggiatore “abusivo” indicando agli automobilisti dove trovare facilmente uno stallo per parcheggiare. Pure questi “parcheggiatori abusivi” non pretendono una cifra fissa, ma si accontentano di una semplice mancia, o carità, a discrezione del pensiero dell’automobilista.
A proposito di parcheggi. Ricordo anche, che più di venti anni fa, con mia moglie, ebbi l’occasione di andare a visitare la Reggia di Caserta, naturalmente, dopo aver visitato Roma e fermatomi a Gaeta alcuni giorni. Con la mia nuova automobile, FIAT Panda, mi fermai nel piazzale antistante alla reggia, dove eravamo gli unici turisti. In quel momento, di fronte alla reggia, non esisteva un parcheggio regolare, ma una persona del luogo, definitosi “il parcheggiatore”, pretese cinquemila lire per lasciarmi parcheggiare l’auto. Pretese quella somma dicendo che era la tariffa normale applicata.