Cronaca
31 Gennaio 2018
Revocata la licenza alla Terry Bell in via Modena. Era gestita da Romagna Giochi, società di Faenza "collegata a organizzazioni mafiose"

Chiude sala giochi a Ferrara per infiltrazioni mafiose

di Redazione | 3 min

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I tentacoli della mafia arrivano fino a Ferrara. Il questore Pallini chiude la sala giochi Terry Bell in via Modena 19/A perché “sono stati acquisiti elementi per ritenere sussistente il pericolo di infiltrazione mafiosa nei confronti della società Romagna Giochi” che gestisce il centro scommesse, le video lottery e le slot machine del locale a due passi dalla rotonda di via Veneziani.

La revoca delle due licenze (sia per la raccolta scommesse che per i giochi d’azzardo) è stata adottata dalla questura ferrarese sulla scia di una interdittiva antimafia emessa a inizio ottobre dalla prefettura di Ravenna nei confronti della Romagna Giochi srl, società con sede legale a Faenza che opera nel mondo del gioco d’azzardo commerciando macchinette slot e gestendo oltre cento sale giochi in nove regioni d’Italia.

A Ferrara, la società faentina – che a seguito del provvedimento prefettizio non può contrarre con la pubblica amministrazione – ha una sala dedicata (al cui interno si raccolgono le scommesse su eventi sportivi) e gestisce gli apparecchi da gioco denominati video lottery e new slot in via Modena.

Le licenze erano state rilasciate a Matteo Terrabusi, che all’interno della società ricopre le cariche di legale rappresentante (in quanto presidente del cda), di amministratore delegato nonché di consigliere con deleghe e poteri per l’esercizio dei giochi ex art. 88 Tulps.

Contro il provvedimento antimafia, la società aveva fatto ricorso dapprima al Tar e poi al Consiglio di Stato ma ha perso entrambi i gradi di giudizio. Ora che il provvedimento è divenuto definitivo, il prefetto si adegua al dispositivo del Consiglio di Stato, le cui motivazioni sono più che chiare.

Il Consiglio di Stato, infatti, ha respinto le istanze di Romagna Giochi rilevando che “il provvedimento impugnato in primo grado ha ampiamente evidenziato collegamenti personali, familiari e societari con esponenti contigui a personalità talora di spicco di organizzazioni mafiose, non superati dalle pur articolate deduzioni dell’appellante, specie nella presente fase di sommaria delibazione. Ritenuto, in particolare, che in molti precedenti il Consiglio di Stato ha evidenziato l’irrilevanza di cambiamenti anche importanti nella struttura societaria, come a prima vista appare in questa sede, volti a prevenire o evitare gli effetti di misure interdittive antimafia attese o annunciate. Considerato inoltre che, in questa sede cautelare monocratica, le significative dimensioni della società appellante non hanno rilievo decisivo ai fini della misura invocata, giacché, al contrario, appare prevalente l’interesse pubblico generale a che non prosegua, fino ad un accertamento ben più approfondito in giudizio, estesa attività di gestione di giochi e scommesse da parte di un soggetto non inverosimilmente ritenuto dalle autorità di sicurezza come collegato alla criminalità mafiosa”.

Le licenze intestate nella provincia di Ferrara a Terrabusi (o alle persone afferenti la medesima srl) sono quindi state revocate in virtù del fatto che sono venuti a mancare i requisiti soggettivi del titolare della licenza.

Aggiornamento del 1° febbraio 2017: il tribunale di Bologna, accogliendo il ricorso della Romagna Giochi, ha sospeso l’interdittiva antimafia, presupposto del provvedimento della questura di Ferrara (vai all’articolo).

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