Cronaca
7 Dicembre 2017
Mercoledì la prima udienza davanti al giudice di pace, ma i primi testimoni verranno sentiti solo fra un anno

Shottini ai minori, via al processo contro il Lobo Loco che nel frattempo ha chiuso

di Daniele Oppo | 2 min

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Acqua: Ferrara con la spesa media fra le più alte in regione

Ferrara è il capoluogo di provincia della regione con maggiori dispersioni nella rete idrica (40,2%) e con una spesa media per la bolletta dell'acqua fra le più alte per una famiglia, cioè di 587 euro rispetto alla media regionale di 517 euro (la media nazionale è pari a 478 euro), meno cara solo rispetto a Rimini (606 euro)

È iniziato mercoledì davanti al giudice di pace di Ferrara il processo nei confronti della titolare del Lobo Loco, accusata nel novembre 2016 di aver venduto ben 18 “shottini” a una ragazzina di 13 anni, che poi finì all’ospedale.

Ci vorrà però molto tempo per arrivare a una definizione: dopo l’ammissione delle prove – 10 testimoni in tutto, 6 della procura e 4 della difesa, rappresentata dall’avvocato Filippo Sabbatani – l’udienza è stata infatti aggiornata al 21 novembre del prossimo anno. Ci vorrà dunque almeno un altro anno ancora per sentire i primi testi. Senza parte civile: la famiglia della ragazzina non si è infatti costituita, anche perché la norma che si ritiene violata – l’articolo 689 del codice penale, che punisce la vendita di alcol ai minori – è a tutela del più generale ordine pubblico.

Nel frattempo però l’imputata – dopo la sospensione dell’attività imposta a suo tempo dal questore – ha definitivamente chiuso l’attività avendo perso una considerevole quantità di clienti dopo la vicenda.

Opposte sono ovviamente le posizioni: l’accusa sostiene che la vendita sia stata effettuata direttamente alla ragazzina all’interno del locale; per la difesa invece almeno una parte considerevole degli shottini – comunque meno dei 18 riferiti – sarebbe stata acquistata da qualche amico e poi portata fuori dal locale.

La polizia aveva effettuato alcuni servizi di osservazione in diversi locali considerati a rischio ma l’attenzione ben presto si concentrò sul Lobo Loce, dove alcuni servizi mirati consentirono di riscontrare che i minori bevevano super alcolici con regolarità senza che la titolare del pub chiedesse loro il documento di identità. L’attività venne anche filmata.

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